Monaco: nel Principato il menù che non ti aspetti tra orti, ostriche e...stoccafisso

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“Un orto nel Principato di Monaco, vi stupisce? In questo numero di Monaco Life vi attendono molte sorprese – dice la giornalista di euronews, Anne

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“Un orto nel Principato di Monaco, vi stupisce? In questo numero di Monaco Life vi attendono molte sorprese – dice la giornalista di euronews, Anne Glémarec – Nel menù esperienze culinarie fuori dal comune. Partiamo da questo posto, la produzione al 100% biologica del primo ristorante bio al mondo ad aver ottenuto la stella Michelin”.

Il cuoco che ha messo Monaco ‘al verde’ è un italiano: Paolo Sari. Veneziano, Sari è arrivato nel Principato nel 2012. Due anni più tardi, il suo ristorante biologico ha conquistato la prima stella Michelin.

Il suo segreto: “Non sono io che faccio il menù, ma la natura”.

Paolo Sari si è dato tre anni di tempo per convertire i ristoratori del Principato al biologico. La sua crociata richiede la mobilitazione dei piccoli produttori in un raggio di 200 km.

“Il costo è molto più basso perché non ho nessun intermediario. Così il piccolo produttore è felice perché guadagna di più – spiega il ristoratore italiano – Io sono felice perché ho il miglior prodotto e qualche volta pago la metà rispetto ai prezzi della grande distribuzione”.

I prodotti vengono combinati in un equilibrio sapiente tra terra e mare.

Oltre alle verdure, Paolo Sari ha detto sì anche al pesce e alle carni bianche. La carne rossa è interdetta, non è un prodotto locale e quello che dà valore alla sua cucina è la freschezza dei prodotti.

“Lavoriamo prodotti che alle 6 del mattino sono nel campo, alle 9 in cucina e a mezzogiorno nel piatto dei clienti – aggiunge Sari – Questo è il lusso”.

La firma di Paolo Sari sui piatti è Bio Sama. Sama in giapponese significa: “Rispetto. Il rispetto per il consumatore, ma soprattutto il rispetto per la natura. Abbiamo un purea di fave bianche, ma anche in questo caso cambiamo a seconda della stagione. Questa è la base della nostra preparazione e dopo si tratta davvero di una composizione floreale”.

Sempre in mare, tutti i giorni nei pressi nella diga di Fontvieille, alla ricerca delle perle di Monte Carlo.

Brice Cachia è un biologo e da quattro anni lavora come allevatore di ostriche. Tutto è iniziato quando ha notato che nei tubi che alimentano il bacino crescevano piccole ostriche.

Bretoni di origine, queste ostriche sono cresciute tra Monaco e l’oceano. Quattro settimane di maturazione nel Principato sono sufficienti alla loro metamorfosi in ‘Perle di Monte Carlo’.

“Nel periodo della maturazione le ostriche arrivano a Monaco e vengono messe nelle vasche – spiega Brice Cachia – Le lavoriamo e le nutriamo di plancton naturale, cioè il plancton prelevato a 12 metri di profondità. Nel lungo periodo, l’obiettivo è realizzare l’intera filiera qui a Monaco”.

Per avere queste ostriche su misura, i biologi hanno lavorato a fianco dei grandi chef della regione.

Il nostro viaggio gastronomico è anche un ritorno alle origini con Henri Geraci e il suo ristorante nel cuore della città vecchia. È l’unico ad offrire lo stoccafisso. Ogni giorno sul suo menù c‘è un piatto millenario.

“I vichinghi sbarcavano con le loro in navi cariche di stoccafisso e lo scambiavano con gli agrumi – racconta Henri Geraci – Si tratta di un pesce proveniente dalle acque norvegesi e che viene essiccato nelle isole Lofoten”.

È un piatto ‘canaglia’ perché riscaldato è ancora più buono: “lo stoccafisso norvegese – spiega Geraci – si taglia in quattro e si lascia in acqua per quattro giorni”.

Una volta reidratato il pesce ha bisogno di cinque ore di preparazione, ed ecco lo staccafisso di Monaco. Buon appetito!

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“Un po’ di fame? Nel nostro prossimo episodio di Monaco Life daremo uno sguardo al futuro del Principato – conclude Anne Glémarec – Parleremo di estensione in mare e di sviluppo sostenibile. A presto su euronews”.

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