Consiglio europeo dei rifugiati, rafforzare il sistema Ue per l'asilo e creare vie legali per l'immigrazione

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Di Arianna Sgammotta
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Ieri l’annuncio di Juncker su 160.000 ricollocamenti di rifugiati giunti in Italia, Ungheria e Grecia dall’inizio del 2015. Nei primi sei mesi

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Ieri l’annuncio di Juncker su 160.000 ricollocamenti di rifugiati giunti in Italia, Ungheria e Grecia dall’inizio del 2015. Nei primi sei mesi dell’anno, però, in 300.000 hanno già richiesto asilo in Europa. Per il Consiglio europeo dei rifugiati e richiedenti asilo ,i governi dovrebbero prendere esempio dai loro cittadini e accelerare il passo nell’adozione di una politica comune ed efficiente sull’asilo.

“Attualmente stiamo assistendo all’aumentare dell’interesse della società civile, aiutata dalle Ogn, che si sta impegnando e in modo spontaneo ad aiutare i profughi e i rifugiati in arrivo” dichiara Michael Diedring, Segretario Generale del Consiglio europeo per i rifugiati“Questo perché si rendono conto che i loro governi hanno tempi di reazioni troppo lenti. Lo abbiamo visto chiaramente a Kos, ma anche in Ungheria, dove i cittadini si sono opposti alle misure adottate dal Governo e lo stiamo vedendo anche in Austria e in Germania”.

A preoccupare è anche l’annuncio della creazione di una lista di Paesi sicuri, dai quali, è sottointeso non saranno accettate domande di asilo in Europa. Ma come garantire a chi è in fuga dalla miseria la possibilità di una vita migliore?

“Quello di cui sicuramente abbiamo bisogno oggi è creare dei canali sicuri e legali per l’immigrazione” continua Michael Diedring “Perché se mancano affidiamo automaticamente le vite di queste persone ai trafficanti e alla criminalità. In questa situazione le persone sono obbligate a rischiare le loro vie e a cercare le vie di fuga in modo irregolare. Gestire una situazione di questo tipo è praticamente impossibile”.

Al ritmo di 5.000 nuovi arrivi al giorno, l’Ungheria è tra il gruppo di Paesi meno propensi ad accettare il piano della Commissione europea. Lunedì prossimo a Bruxelles, nel corso della riunione tra i ministri dell’interno dedicata all’emergenza rifugiati, sarà il momento della verità per capire verso quale futuro l’Europa deciderà di incamminarsi.

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