Altri 120.000, da aggiungere ai 40.000 di maggio. Questo il numero di rifugiati oggi in Italia, Grecia e Ungheria, da distribuire obbligatoriamente
Altri 120.000, da aggiungere ai 40.000 di maggio. Questo il numero di rifugiati oggi in Italia, Grecia e Ungheria, da distribuire obbligatoriamente tra gli Stati membri. Nessun muro risolverà il problema. Intervenuto nel primo discorso sullo stato dell’Unione del suo mandato, Jean Claude Juncker ha ribadito davanti al Parlamento europeo la linea di azione della Commissione sull’emergenza rifugiati.
“160.000. E’questo il numero con il quale l’Europa deve confrontarsi. E mi auguro davvero che stavolta siano tutti d’accordo. Non c‘é più tempo per retoriche e parole, adesso c‘è soltanto bisogno di agire”. Le parole di Juncker hanno diviso l’aula di Strasburgo, dove siedono diversi eurodeputati contrari alla linea della Commissione sulle migrazioni.
Ne abbiamo parlato con Giovanni Grevi del Think tank Fride:“Credo che la Commissione avrà davvero giorni difficili. Molte delle elezioni in diversi Paesi europei hanno portato al governo partiti euroscettici, o comunque li hanno visti salire negli indici di gradimento. Dalla Danimarca alla Svezia, passando per il Front National in Francia. Abbiamo lo stesso dibattito anche in Italia, così come nel Regno Unito. Sarà molto difficile che questa proposta passi così com‘è”.
Sulla fermezza della Commissione a procedere non ci sono dubbi. Dalla presentazione dell’agenda sulle migrazioni di maggio ad oggi, l’esecutivo non soltanto ha confermato il suo approccio, ma lo ha rafforzato.