Prezzo del petrolio in calo: Opec divisa e tagli nel Mare del Nord

Prezzo del petrolio in calo: Opec divisa e tagli nel Mare del Nord
Di Euronews
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Da che parte va il prezzo del greggio? Continuerà il suo declino causato dall’eccesso d’offerta ed esasperato, ultimamente, dai timori per il

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Da che parte va il prezzo del greggio? Continuerà il suo declino causato dall’eccesso d’offerta ed esasperato, ultimamente, dai timori per il rallentamento economico cinese?

Oppure si avvierà verso una stabilizzazione, dato il prezzo sotto i 50 dollari al barile sta lentamente mettendo fuori gioco i produttori di petrolio di scisto americani?

Finora l’Opec non è intervenuta tagliando la produzione, come desiderato dall’Arabia Saudita. Diverso il discorso per Stati membri come il Venezuela, che torna a chiedere con forza un summit d’emergenza.

“Ci sono situazioni gravi, come il Venezuela, l’Ecuador, in difficoltà perché i loro bilanci dipendono dal petrolio. Però, le compagnie petrolifere non vogliono più investire nella produzione e le spese stanno crollando dappertutto”, commenta Pierre Terzian, esperto di PétroStratégies.

“Solo tra un po’ di anni i prezzi torneranno a salire. Quando, cioè, con la ripresa economica, la domanda risalirà e l’offerta non riuscirà più a soddisfarla”, spiega.

I prezzi al barile più che dimezzati da giugno 2014 hanno cominciato a mietere vittime. In particolare in Gran Bretagna, nella regione del Mare del Nord, dove i costi di produzione erano già alti.

Secondo le cifre dell’Autorità per il petrolio e il gas, creata da Londra proprio allo scopo di difendere il settore, gli operatori hanno già bruciato 5.500 posti di lavoro tentando di contenere i costi. Due hanno addirittura detto che chiuderanno gli impianti di estrazione in anticipo.

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