Iran, un mercato automobilistico che fa gola alle aziende europee

Iran, un mercato automobilistico che fa gola alle aziende europee
Di Euronews
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I motori delle case automobilistiche già rombano. Il giallo è comparso con l’accordo di Vienna sul nucleare e non passa giorno che una delegazione

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I motori delle case automobilistiche già rombano. Il giallo è comparso con l’accordo di Vienna sul nucleare e non passa giorno che una delegazione europea non arrivi a Teheran. Il verde scatterà non appena saranno rimosse le sanzioni ed è allora che il Gran Prix del mercato iraniano comincerà. Un mercato che, nonostante le ristrettezze dell’embargo e un conseguente calo della qualità, rimane il più grande del Medio Oriente con oltre un milione di auto vendute all’anno. Cifra che, per gli analisti di LMS Automotive e Frost & Sullivan, è pronta a impennarsi nei prossimi 7 anni.

Per l’economista Saeed Leilaz, però, gli effetti non saranno immediati: “Sappiamo che Peugeot sta avendo colloqui costruttivi con Iran Khodro, il principale produttore del Paese, e che lo stesso sta facendo Renault con altre fabbriche. Nel breve termine però potremo solo importare i loro prodotti. Nessuna delle due effettuerà nuovi investimenti produttivi in Iran”.

Peugeot, che prima dell’embargo aveva conquistato il 30% del mercato, paga però il brusco addio del 2012. La connazionale Renault, che invece era rimasta, sta cercando di approfittarne per espandere la collaborazione con Iran Khodro. “Stiamo cooperando con Renault, Peugeot e Suzuki”, ha confermato l’amministratore delegato Hashem Yekke Zare. “Ma, come ho già detto, accanto a queste aziende sceglieremo un grande Paese europeo al di là della Francia come nostro quarto partner”, ha aggiunto. Probabilmente la Germania, anche visto l’atteggiamento duro tenuto dalla Francia durante i colloqui sul nucleare.

In Iran, intanto, le persone si preparano alla riapertura del mercato: molti giovani, soprattutto sui social network, consigliano di rimandare gli acquisti, in attesa che i prezzi scendano: “Un atteggiamento che ha provocato una nuova frenata del mercato dopo quella causata dalle sanzioni, andando a sommarsi a quest’ultima”, spiega Arash Rahbar, giornalista di una rivista specializzata. “Ad ogni modo – aggiunge – credo che il punto più importante da considerare in questo momento sia che i clienti del mercato dell’auto non sono disposti a comprare”.

Bassa qualità a causa dell’embargo, effetti psicologici del recente accordo, ma anche prezzi alti a causa dei dazi doganali. L’attuale stagnazione del settore, il secondo più importante dopo quello petrolifero, non sorprende: persino il governo è intervenuto con misure di sostegno. “Nonostante i nodi irrisolti – commenta il nostro inviato Javad Montazeri – sembra che, con la rimozione delle sanzioni, il supporto di Teheran e il partenariato con le principali aziende del Pianeta, il settore auto iraniano tornerà sul sentiero della crescita”.

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