La Cina celebra la fine della guerra contro il Giappone

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Di Cecilia Cacciotto
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La guerra dimenticata ha oggi la sua vendetta. Le celebrazioni questo 3 settembre 2015 per i 70 anni della fine del conflitto che oppose Cina e

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La guerra dimenticata ha oggi la sua vendetta.

Le celebrazioni questo 3 settembre 2015 per i 70 anni della fine del conflitto che oppose Cina e Giappone, rappresenta per Pechino l’occasione per mostrare la propria potenza militare e le sue ambizioni regionali.

Il secondo conflitto tra Cina e Giappone, iniziato nel 1937 venne combattuto durante la seconda guerra mondiale e terminò con la resa incondizionata del Giappone.

Dimenticato dalla storia lasciò dietro di sé distruzione e morti.

L’incidente di Mukden nel 1931 fu il casus belli dell’occupazione della Manciuria da parte del Giappone mentre l’incidente del ponte di Marco Polo segnò l’inizio dello scontro totale tra i due stati.
Nazionalisti e comunisti cinesi unirono le proprie forze contro il nemico comune e per quattro anni l’esercito cinese combatté da solo.

I cinesi pagarono un tributo pesante in vittime, dei 60 milioni di morti del 2°conflitto mondiale oltre 20 milioni furono cinesi.

Ma anche questo è un dettaglio dimenticato fuori dalla Cina.

Come dimenticato è l’accanimento giapponese contro Nankino, l’allora capitale della Repubblica di Cina.

Caduta in mano all’esercito imperiale giapponese, nel dicembre 1937, nella città, violenze e massacri continuarono per settimane fino all’inizio di febbraio del 1938.
Più di 300 mila persone furono torturate e uccise, le donne violentate. Non trovarono scampo neppure i bambini.

Dopo l’attacco di Pearl Harbour, al fianco dei cinesi si schierarono le forze alleate, sia americane sia sovietiche, che fornirono materiali, uomini.

L’arrivo degli alleati nel Pacifico giocò a favore dei cinesi e portò alla resa incondizionata del Giappone nel 1945.

I giapponesi lasciorono dietro di sé morte e orrori.
Oltre all’Unità 731, un laboratorio dove sperimentarono armi biologiche e battereologiche, ci fu anche la ferita delle donne, fatte schiave per essere abusate sessualmente dai militari.

Zhang Xiantu aveva 15 anni quando fu fatta prigioniera dai giapponesi. Segregata in una baracca militare per 20 giorni, fu violentata.
Solo oggi a 89 anni ha deciso di parlare.
Spera di ricevere almeno delle scuse.

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