Beirut trema in vista di nuove proteste. Nel mirino della piazza anche la crisi morale della classe dirigente
La polveriera libanese fa tremare la classe politica, che si affretta a vestire i panni del pompiere.Innescata dalla crisi dei rifiuti, la contestazione di una dirigenza arroccata al potere ormai dagli anni novanta induce il Ministro degli interni a un mea culpa, in vista delle nuove e imponenti manifestazioni, annunciate per questo weekend.
English: Demands of the You Stink movement announced. https://t.co/I8QCPnZX1B#Lebanon#طلعت_ريحتكمpic.twitter.com/SfXw1OMkgL
— Joey Ayoub جووي أيوب (@joeyayoub) 28 Agosto 2015
“Sono stati commessi degli errori lo scorso sabato – ha detto Nohad Mashnouk -. Come è noto anche all’estero, si è esagerato nell’uso della forza. In proposito sono in corso un’inchiesta disciplinare e una della magistratura, per far chiarezza sull’accaduto e stabilire quali misure sia ora necessario adottare nei confronti dei responsabili”.
Per protestare contro la malgestione dei rifiuti, che ormai soffocano la capitale libanese, Hezbollah e alleati cristiani hanno giovedì abbandonato una riunione di gabinetto.
Spaccature nelle stanze della politica, che riflettono il montare di una protesta popolare, innescata dalla miccia della spazzatura e ormai estesa alla “crisi morale” della classe dirigente libanese.
Due imponenti manifestazioni, che lo scorso weekend avevano richiamato a Beirut circa 20.000 persone, erano poi degenerate in violenti scontri con la polizia, che avevano fatto oltre una trentina di feriti.