Ucraina, accordo con i creditori sul taglio del debito. No di Mosca

Ucraina, accordo con i creditori sul taglio del debito. No di Mosca
Di Giacomo Segantini
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Ucraina e creditori privati trovano la quadra sulla ristrutturazione del debito. L’annuncio è giunto da Kiev dopo cinque mesi di negoziati durissimi

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Ucraina e creditori privati trovano la quadra sulla ristrutturazione del debito. L’annuncio è giunto da Kiev dopo cinque mesi di negoziati durissimi, in cui il governo aveva persino ventilato l’ipotesi di una moratoria sui rimborsi. L’accordo prevede il taglio del 20% del valore nominale di bond per 18 miliardi di dollari e un rinvio delle scadenze.

“Il governo ucraino ha cancellato quasi 4 miliardi di dollari di debiti”, ha detto il premier Arseniy Yatsenyk. “E per i prossimi quattro anni l’Ucraina non dovrà preoccuparsi dei titoli in scadenza”, ha aggiunto.

Scongiurato il rischio “default”: l’accordo col gruppo guidato dal fondo Franklin Templeton (condizione necessaria, tra l’altro, per ricevere gli aiuti del Fondo monetario internazionale) arriva ad un mese dalla maturazione di titoli per mezzo miliardo di dollari.

“Questo tipo di alleggerimento del debito ucraino è molto importante – commenta Anna Derevyanko dell’Associazione delle aziende europee – perché in questo modo il Paese avrà maggiori opportunità di stabilizzare la situazione macroeconomica, di accumulare fondi per lo sviluppo, di inviare segnali positivi alla comunità degli investitori stranieri”.

Mosca, a cui sono state offerte le stesse condizioni, ha già fatto sapere che non aderirà. La Russia detiene 3 miliardi di dollari di titoli, ovvero parte degli aiuti che, a fine 2013, Vladimir Putin aveva garantito all’allora presidente ucraino Yanukovich.

La sua successiva cacciata era stata la scintilla che ha fatto scoppiare il conflitto coi separatisti filorussi nell’est, con il conseguente tracollo dell’economia ucraina (il Pil è crollato del 14,7% nel secondo trimestre, giusto per citare un dato).

“Già si sa che parte dei risparmi andranno ad accrescere salari minimi e pensioni”, spiega il corrispondente di Euronews da Kiev Dmytro Polonsky. “Dall’inizio della crisi, nel 2014, il deprezzamento nei confronti del dollaro della valuta nazionale, la grivnia, si è quasi triplicato”, conclude.

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