Liberati dopo una sentenza della Corte suprema. Vietato raggiungere Eilat e Tel Aviv
Centinaia di richiedenti asilo africani sono stati rilasciati martedì dal centro di detenzione di Holot, in pieno deserto del Neghev, nel Sud di Israele, dopo una sentenza della Corte suprema che fissa a un anno il tempo massimo durante il quale una persona può essere detenuta senza processo.
Secondo le stime fornite dal portavoce dell’Autorità penitenziaria, sono circa 750, in larga parte sudanesi del Darfour ed eritrei, a fronte dei 1.178 totali la cui liberazione è prevista tra martedì e mercoledì.
“Oggi abbiamo avuto fortuna ma non è vera fortuna – dice un migrante – perché siamo stati bloccati nel centro per 18-20 mesi. Lo Stato ti dice in un primo momento: ‘Sarete mandati in un centro per rifugiati quando verrà stabilito se si siete rifugiati o no’. E poi, dopo 18 mesi: ‘Andate via da qui’. Dove dovrei andare a lavorare adesso? Io non lo so. E’ molto dura”.
Molti non sanno dove andare, dal momento che un documento proibisce loro di recarsi a Tel Aviv ed Eilat, dove è già presente una grande concentrazione di clandestini, la cui presenza genera spesso tensioni con la popolazione. Dopo le recenti partenze, a Holot dovrebbero rimanere ancora circa 550 persone.