Tailandia: dieci anni di scontri

Tailandia: dieci anni di scontri
Di Cecilia Cacciotto
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Il premier tailandese non ha dubbi, l’attentato ha chiaramente una matrice politica. A volere la strage, per lui, chi vuole distruggere l’economia e

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Il premier tailandese non ha dubbi, l’attentato ha chiaramente una matrice politica.

A volere la strage, per lui, chi vuole distruggere l’economia e il turismo della Tailandia.

Non li nomina nella sua dichiarazione, ma i nemici giurati sono le camicie rosse, che sostengono il clan dell’ex premier Thaksin Shinawatra, deposto nel 2006 con un colpo di Stato.

A destabilizzare la Tailandia negli ultimi dieci anni, il conflitto politico sociale legato a due fazioni: il clan dei Shinawatra, popolare nelle aree rurali del nord-est del Paese,spalleggiato dalle camicie rosse, da un lato, e dall’altro, l‘élite finanziaria e istituzionale di Bakgog, legata invece all’esercito e rappresentata dalle camicie gialle.

Le prime hanno presa nelle aree rurali e povere del nord est.
Le camicie gialle sono presenti nelle zone più ricche e anche più turistiche del Paese.

Il clan Shinawatra e i suoi sostenitori puntano invece il dito contro i militari, farebbero uso di una sorta di strategia della tensione per mantenere il potere e l’ordine.
L’attuale premier, l’ex generale Prayut Cha Ocha, era alla guida dell’esercito che nel marzo del 2014 istituì la legge marziale, dopo mesi di crisi politica.

Prima però aveva destituito Yingluck Shinawatra, sorella dell’ex premier, eletta nelle legislative del 2011.

Il clan Shinawatra infatti continua a imperversare. L’ex premier, considerato dai suoi detrattori un uomo che ha fatto della corruzione uno strumento di potere e pronto a tutto pur di tornare al potere, gode ancora di un forte sostegno popolare.

Self made man, tycoon della telefonia tailandese, incarna in realtà il sogno di rivalsa di quei tailandesi che non cessano di manifestare in suo favore.

Così come nel 2010 quando l’esercito intervenne e negli scontri morirono 90 persone.

La giunta militare, secondo gli analisti, cerca una legittimazione del potere che vada al di là del vecchio re, di cui ha il sostegno, i militari difenderebbero gli interessi economici delle grandi famiglie tailandesi che muovono l’economia del Paese.

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