Egitto: la legge antiterrorismo non risparmia i giornalisti

Egitto: la legge antiterrorismo non risparmia i giornalisti
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Di Salvatore Falco
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Vietato pubblicare notizie in contrasto con la versione ufficiale

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Multe fino a 60mila euro per i giornalisti che pubblicano notizie in contrasto con la versione del governo. L’Egitto di Abdel Fatah al-Sisi sacrifica la libertà di stampa alla lotta al terrorismo.

La nuova legge prevede la sospensione dall’esercizio della professione e 5 anni di carcere per l’utilizzo dei media a sostegno di generiche idee terroriste.

“La critica giornalistica è legittima – dice il giornalista Ayman Fayed – ma dall’altra parte, le esigenze dello Stato nella lotta al terrorismo sono anch’esse legittime e lo Stato ha il diritto di approvare questa legge”.

“Il terrorismo è un termine troppo vasto che limita tremendamente la libertà di stampa – ritiene l’esperto di comunicazione, Omar Hosni – Questa legge dovrebbe includere interpretazioni più chiare e più precise della parola terrorismo, senza limitare la libertà di stampa come accade con questa legge”.

Tra i provvedimenti approvati c‘è anche la pena di morte per chi fonda o guida una cellula terrorista. Il pacchetto prevede anche che i processi ai danni di sospetti militanti vengano trattati da tribunali speciali.

“I suoi sostenitori ritengono che questa legge sia necessaria in questo periodo storico per combattere il terrorismo e garantire la sicurezza del Paese – conclude il corrispondente di euronews al Cairo, Mohammed Shaikhibrahim – I critici di questa legge si dicono preoccupati per le restrizioni alla libertà di stampa e per il rispetto dei diritti umani”

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