Amnesty: Israele ha commesso crimini di guerra a Gaza

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Abbiamo le prove che Israele commise crimini di guerra nella Striscia di Gaza nei 50 giorni di conflitto dell’estate scorsa. Così Amnesty

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Abbiamo le prove che Israele commise crimini di guerra nella Striscia di Gaza nei 50 giorni di conflitto dell’estate scorsa.

Così Amnesty International, nel rapporto presentato quest mercoledì, 29 luglio 2015, in cui ricostruisce in modo dettagliato gli attacchi susseguitisi tra il 1 e il 4 agosto, in rappresaglia alla cattura di un militare israeliano.
I bombardamenti contro Rafah del 1 agosto uccissero almeno 135 civili, fra cui 75 minorenni:

00:25 SOT (English) Philip Luther, Middle East and North Africa Director Amnesty International:

Philip Luther, direttore Amnesty International Medio Oriente e Nord Africa:

“È stato l’attacco più sanguinoso dei 50 giorni di guerra della scorsa estate.
L’esercito israeliano ha bombardato intensamente con attacchi aerei e di terra Rafah. Il numero delle vittime è stato il più alto di qualsiasi altro momento del conflitto”.

Gli osservatori di Amnesty, che non sono potuti entrare nella Striscia perché bloccati da Israele, si sono avvalsi di tecniche sofisticate del gruppo londinese di Forensic Architecture, dell’Università di Londra, e ancora dell’analisi approfondita di fotografie, di video e testimonianze.

Eyal Weizman, Direttore di Forensic Architecture:

“Ci definiamo detective dell’architettura.
Ci rechiamo in zone di guerra, in zone dove i diritti umani sono stati violati e dove sospettiamo siano stati commessi crimini di guerra. Cerchiamo le tracce, le prove lasciate negli edifici, nelle architetture”.

Immediata la reazione di Israele e di Hamas alla pubblicazione del rapporto:

Fawzi Barhoum, portavoce di Hamas:

“Dopo questo rapporto, tutte le prove devono essere portate alla Corte penale internazionale e davanti ai tribunali nazionali perché vengano prese misure conseguenti contro l’occupazione di Israele”.

Israele respinge le conclusioni di Amnesty.

Emmanuel Nahshon, ministro degli Esteri israeliano:

“L’indagine è stata condotta male per cui le conclusioni sono inattendibili. Il rapporto si focalizza su una zona di Gaza e dimentica perché israele sferrò un attacco. Era in corso un conflitto”.

A scatenare l’ennesimo conflitto isarelo-palestinese nel giugno del 2014, il rapimento e l’uccisione di tre adolescenti israeliani.

I 50 giorni di guerra hanno fatto oltre 2250 morti tra i palestinesi e 73 tra gli israeliani, di questi 5 erano civili.

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