1200 migranti tratti in salvo e fatti sbarcare a Messina e Reggio Calabria

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Quasi 500 persone tratte in salvo e 14 corpi recuperati. Sono le cifre dell’ultima missione di soccorso condotta dalla marina irlandese nel

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Quasi 500 persone tratte in salvo e 14 corpi recuperati. Sono le cifre dell’ultima missione di soccorso condotta dalla marina irlandese nel Mediterraneo. I migranti, recuperati da un barcone sovraccarico al largo della Libia, sono stati fatti sbarcare al porto di Messina.

Drammatico il racconto di Chiara Montaldo, coordinatrice
dei soccorsi per Medici senza Frontiere: “È una morte che ha colpito tanti e che è stata causata da un viaggio, come spesso succede, in condizioni disumane. Erano in 500 su un barcone. Sono morte le persone che erano nella stiva. Quindi questa volta non sono morte annegate
ma probabilmente sono asfissiate o sono morte di sete e di caldo”.

Poche ore prima aveva attraccato a Reggio Calabria la Bourbon Argos, la nave della Ong Medici senza Frontiere,
con a bordo circa 700 persone, in maggioranza eritree.

“La maggior parte di loro – chiarisce François Zamparini, di Medici senza Frontiere – proviene dall’Eritrea. Fuggono dalle persecuzioni e hanno storie diverse. Conoscono le condizioni. Quando decidono di intraprendere il viaggio per mare, sanno che il rischio di morire è molto alto. Ma questo è l’unico modo che hanno per sfuggire alle torture e alle persecuzioni”.

Da circa un anno l’afflusso di migranti provenienti dal Paese del Corno d’Africa è in aumento esponenziale. Secondo un rapporto dell’ONU, tra i motivi che spingono gli eritrei a cercare un futuro migliore in Europa ci sono gli abusi commessi dal governo oltre al susseguirsi delle carestie.

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