Iran, quali conseguenze economiche dopo la rimozione delle sanzioni?

Iran, quali conseguenze economiche dopo la rimozione delle sanzioni?
Diritti d'autore 
Di Euronews
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

“L’alba di un nuovo giorno” o “ un errore storico”? L’accordo siglato a Vienna è stato definito in modi diversi, ma rappresenta comunque la fine di

PUBBLICITÀ

“L’alba di un nuovo giorno” o “ un errore storico”? L’accordo siglato a Vienna è stato definito in modi diversi, ma rappresenta comunque la fine di lunghi e complessi negoziati.

Tra le condizioni fissate dall’accordo anche la rimozione, a inizio 2016, delle sanzioni imposte contro Teheran da Stati Uniti e Unione europea.

Tra le limitazioni principali che oggi rendono sofferente l’economia iraniana, soprattuto il congelamento dei fondi presso gli istituti di credito internazionali per un totale di 100 miliardi di dollari. Teheran ha già annunciato che il suo obiettivo principale è aumentare la produzione di petrolio.

Dal punto di vista commerciale, invece, la rimozione delle sanzioni si tradurrà con l’apporto di benefici economici soprattutto ai Paesi del Golfo. Soprattutto Turchia ed Emirati Arabi.

“Banche e commercio saranno i primi settori iraniani a trarre beneficio dall’accordo attraverso gli Emirati” spiega Rita Del Prete, la corrispondente di Euronews a Dubai “Soprattutto Dubai che ha tutte le infrastrutture di cui l’Iran ha bisogno per
rilanciare la propria economia.
Nel giro di un anno il volume di affari tra mirati ed iran potrebbe aumentare del 20%”.

Per approfondire questo punto Euronews si è rivolta a Nour Eldeen Al Hammoury, chief market strategist per la ADS Security di Abu Dhabi.

Euronews
Secondo le previsioni economiche l’Iran dovrebbe aumentare entro la fine dell’anno la produzione di petrolio. Come reagirà l’Opec e quale sarà il trend della produzione fino a quel momento?

Nour Eldeen Al Hammoury

“Secondo molti rapporti, ma anche il parere di diversi analisti, sarà difficile che l’Iran riuscirà a esportare maggiori quantità di petrolio al giorno. Questo anche dopo che saranno rimosse le sanzioni.
La domanda che tutti si pongono è semmai: Come reagirà l’Opec davanti a un tale rischio? Crediamo che sarà comunque in grado di stabilizzare i prezzi, come ha già fatto di recente quest’anno. Potrebbero essere facilitati se i prezzi dovessero subire una forte volatilità. La soglia di riferimento del greggio nordamericano, oggi attorno ai 49,88 dollari, dovrebbe restare più o meno invariata.

Euronews
Per i Paesi della regione, l’accordo iraniano potrebbe rappresentare un’occasione interessante per rivitalizzare le loro economie. In che modo potrebbero beneficiarne gli Emirati Arabi?

Nour Al Deen Al Hammoury
Di sicuro la rimozione delle sanzioni economiche all’Iran apre le porte a moltissime opportunità per tutto il mondo, non soltanto per le economie mediorientali.
Sicuramente la vicinanza geografica è un fattore favorevole per gli Emirati Arabi. L’accordo tra Teheran e la comunità internazionale, poi, può aiutare ad allentare le tensioni geopolitiche ed è probabile che ci saranno in un futuro prossimo interessanti opportunità economiche e commerciali tra l’Iran e i Paesi della regione.

*Dall’Iran alla Grecia: quali scenari si aprono per
Atene?*

Dopo 5 mesi di negoziato, una settimana fa Atene è arrivata a un accordo con i partner europei per l’avvio delle trattative verso un terzo piano di salvataggio.

Il nuovo programma di aiuti prevede l’esborso di 86 miliardi di euro in tre anni. Per ottenere i quali il Governo di Tsipras si è impegnato a implementare una serie di riforme. Tra le misure collaterali previste dai creditori europei anche il ritorno della troika nel Paese e dell’austerity. Il Premier ellenico, ha promesso, che questa volta l’austerità colpirà privilegi e settori rimasti intatti durante gli ultimi cinque anni.

Continua intanto la discussione sul debito. Da Washington il Fondo Monetario Internazionale ribadisce la necessità di un taglio, opzione che trova la contrarietà dei creditori europei. La Germania, avrebbe, aperto, invece, alla ristrutturazione di scadenze e interessi nel tentativo di allegerire gli obiettivi di bilancio rivolgendoli verso misure in grado di rilanciare economia e occupazione.

Anche per il caso greco Euronews si è rivolta a Nour al deen AL Hammoury.

Euronews La Grecia si avvia verso un nuovo round di negoziati con i creditori internazionali in vista di un terzo piano di aiuti. Ma funzionerà senza un intervento sul debito?

Nour al deen AL Hammoury

PUBBLICITÀ

La situazione greca è estremamente complessa. Il Governo Tsipras ha prima rifiutato il piano proposto dai creditori europei e poi lo ha accettato. Nonostante questo l’esecutivo di Atene continua a non credere al piano. Noi condividiamo lo stesso parere del governo ellenico e cioè: che questo piano non farà il necessario per permettere al Paese di tornare a crescere né di ripagare il suo debito. E cioè quanto è accaduto già con il primo e secondo piano di aiuti. La Grecia sta cercando in tutti i modi di risollevarsi, ma non credo che questo piano di aiuti sia la ricetta giusta. La cosa migliore per Atene sarebbe riuscire a ottenere una ristrutturazione del debito prima di avviarsi verso l’entrata in vigore di un terzo piano di aiuti.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Dopo un 2015 instabile, quale anno aspetta gli investitori?

Attesa per la decisione della Federal Reserve sui tassi d'interesse

L'Opec sfida ancora il mercato: produzione aumentata nonostante i prezzi in calo