Malesia Airlines: le famiglie attendono giustizia

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Di Euronews
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Il 17 luglio 2014, un aereo di linea della Malesia Airlines è abbattuto nell’est dell’Ucraina al confine con la frontiera russa, nella regione del

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Il 17 luglio 2014, un aereo di linea della Malesia Airlines è abbattuto nell’est dell’Ucraina al confine con la frontiera russa, nella regione del Donbass dove i militari ucraini affrontano i separatisti filo-russi.

L’incidente costa la vita a 298 passeggeri, più della metà di nazionalità olandese.

Un anno dopo il dramma, si attendono ancora le conclusioni dell’inchiesta condotta da Paesi Bassi, Australia, Malesia, Belgio e Ucraina.

Un primo rapporto, dello scorso settembre, metterebbe in evidenza l’implicazione dei separatisti filo-russi e della Russia stessa nell’incidente, l’ufficilizzazione delle conclusioni è attese entro la fine dell’anno.

Richiesta all’Onu

La scorsa settimana la Malesia ha presentato all’Onu un progetto di risoluzione in cui chiede la creazione di un tribunale speciale internazionale incaricato di giudicare i responsabili dell’incidente.

Gerard Van Bohemen, Ambasciatore Onu per la Nuova Zelanda.

“Si cerca di trovare una procedura per il giudicare i responsabili dell’abbattimento del Boeing della Malesia Airline. Mi aspetto che il caso sia al centro di intense analisi nei mesi che verranno”.

L’ipotesi di un tribunale è stata respinta però da Mosca, che, in quanto membro permanente del Consiglio di sicurezza, ha annunciato di usare il proprio diritto di veto per bloccare il progetto.

Battaglia diplomatica tra Mosca e Kiev

L’incidente, oggetto di una battaglia diplomatica e mediatica, vede Mosca e Kiev gettarsi addosso colpe e responsabilità.

Kiev sospetta i separatisti filorussi di avere abbattuto il Boeing, grazie ai missili forniti da Mosca, quest’ultima a sua volta punta il dito contro l’esercito di Kiev.

Giustizia americana

Igor Strelkov, detto Girkin, ex ministro dell’autoproclamata repubblica di Donetsk, è stato accusato da un tribunale di Chicago di essere all’origine dell’attacco, per cui avrebbe ricevuto il beneplacito di Mosca.

Il caso è stato portato davanti alla giustizia americana dalle famiglie delle vittime statunitensi. Che chiedono un indennizzo di 900 milioni di dollari.

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