Nel memoriale di Potocari, in Bosnia, vengono seppelliti gli ultimi 136 corpi di cui sono stati recentemente identificati i resti. Srebrenica, l’ultimo genocidio europeo, è una ferita ancora aperta. A vent’anni dal massacro di oltre ottomila musulmani nel luglio 1995, più di cinquantamila persone hanno raggiunto il memoriale delle vittime.
"#Srebrenica 20 years after the genocide: Why the survivors need closure" https://t.co/TDiCFP5Gha by
stevecrawshaw</a> <a href="http://t.co/dIcCgtshio">pic.twitter.com/dIcCgtshio</a></p>— AmnestyInternational (
amnestyvl) July 11, 2015
Non c‘è il primo ministro del Kosovo, Hashim Thaci, ritenuto persona non grata nella regione a maggioranza serba della Bosnia dove si trova Srebrenica.
Dopo due decenni, emergono ancora le responsabilità dei governi di Paesi Bassi, Stati Uniti, Francia e Regno Unito che fermarono i raid aerei sulle postazioni serbe. Le Nazioni Unite, inoltre, fornirono 30.000 litri di benzina ai serbi, utilizzati per deportare i prigionieri.
Revealed: the role of the west in the runup to Srebrenica’s fall http://t.co/IhOroNY9W9pic.twitter.com/PQnYkee6AZ
— The Guardian (@guardian) July 5, 2015
#Srebrenica. 20 years later, the world remembers its neglect. pic.twitter.com/jNNFAlicvS
— Wajahat Ali (@WajahatAli) July 11, 2015