Varoufakis, l'icona anti-sistema

Varoufakis, l'icona anti-sistema
Di Euronews
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“Coerente”, “carismatico”. Oppure “Perditempo”, “dilettante”, o anche “giocatore d’azzardo”, come lo definirono i colleghi dell’Eurogruppo quando

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“Coerente”, “carismatico”. Oppure “Perditempo”, “dilettante”, o anche “giocatore d’azzardo”, come lo definirono i colleghi dell’Eurogruppo quando ancora sembrava che si potesse raggiungere un accordo.

Nelle settimane successive, i toni si sono fatti ancora più polemici, da una parte e dell’altra: e se da una parte l’atteggiamento di Varoufakis in Europa e nei confronti delle istituzioni finanziarie lo rendeva un’icona anti-sistema, dall’altra era proprio questo a rendere praticamente impossibile una ripresa del negoziato.

Le sue dimissioni probabilmente contribuiscono ora a conservargli quell’immagine di politico “alternativo”, coerente e capace di anteporre l’interesse collettivo al proprio, ma nello stesso tempo c‘è chi dice che proprio ostentando quell’immagine, proprio non contenendo il proprio carattere, fino ad andarsene nel momento per lui migliore, abbia in realtà fatto l’interesse proprio, non quello collettivo.

Varoufakis insomma piace e non piace, e alle volte le due cose nello stesso tempo, ma difficilmente lascia indifferenti.

A fine maggio, il suo tasso di popolarità era al 77%, un’enormità per un politico.

Sulle ragioni di tutta questa attenzione al personaggio si possono fare varie ipotesi.

1) La prima deriva dal ruolo che si è assunto in politica, un ruolo cruciale di esperto di finanza in un movimento che si oppone ai poteri forti della finanza. Non un politico dalle idee più o meno nostalgiche, ma un “tecnico”, uno che ha lavorato sul campo prima di darsi alla politica. Un professore di economia, dalla lunga esperienza negli States, in Australia, in Scozia, in Belgio prima che in Grecia. Un pezzo forte del movimento anti-sistema.

2) Lo stile: Varoufakis è di famiglia più che benestante, ha studiato in scuole private e all’estero, è diventato ministro delle finanze. Ma quanti si aspettavano di vedere il solito politico in giacca e cravatta sono stati smentiti sin dal suo arrivo alla prima riunione di gabinetto: in giacca di pelle, a cavallo di una Yamaha 1.3 e senza scorta.
Come Tsipras, ha bandito la cravatta.

La TV tedesca si è subito impadronita del personaggio:

3) Il modo di esprimersi: linguaggio del corpo che conta quasi più delle parole, in Varoufakis.
L’ormai ex ministro spesso guarda l’interlocutore inclinando un po’ la testa verso destra, appoggia poi il mento e lancia uno sguardo dal basso verso l’alto, aggrottando un po’ la fronte. Esprime dissenso o addirittura disistima prima ancora di poter correggere il tiro con qualche frase di circostanza.
La camminata sicura e la testa appoggiata su un collo taurino vanno di pari passo con una comunicazione chiara e diretta. A volte un po’ brutale.
Come altri politici, ma meglio di tanti, ha il proprio blog e un proprio profilo twitter, che usa in abbondanza.

Il suo modo di esprimersi ha ispirato questo ‘fake’ di un programma satirico tedesco. Una caricatura che ulteriormente aiutato a far crescere l’immagine anti-sistema di Varoufakis.

4) Rottura delle regole: al di là dei codici d’immagine e anche comportamentali, Varoufakis ha rotto anche certe consuetudini diplomatiche.

Come quando ha detto di aver registrato – pur senza diffonderla – la riunione dell’Eurogruppo a Riga, a fine Aprile.

Ha anche definito ‘terroristi’ i creditori con i quali avrebbe dovuto raggiungere un accordo: non è certo semplice arrivare poi alla stretta di mano…

5) L’uscita di scena: reale o apparente che sia, temporanea o definitiva, l’uscita di Varoufakis dal governo ha sorpreso molti e suscitato ammirazione per molti aspetti: – aveva detto che si sarebbe dimesso in caso di vittoria del ‘sì’ (normale, posto che il referendum era idea sua), ma si è dimesso dopo aver vinto con il trionfo del ‘no’ – ha detto di averlo fatto per favorire le possibilità di dialogo di Tsipras con i creditori, ha scritto di voler anteporre l’interesse collettivo a quello personale – lo ha comunicato senza interviste (e quindi senza contraddittorio), scrivendo semplicemente qualche riga sul suo profilo twitter e sul blog. Righe in cui si toglie qualche sassolino dalla scarpa, dicendo di esser praticamente stato dichiarato ‘persona non grata’ dai creditori, dicendo che in fondo anche Tsipras ha ritenuto meglio che lui se ne andasse, e concludendo: “dovrei portare con orgoglio la disistima di cui godo presso i creditori”.

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Posted by euronews on Monday, July 6, 2015

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