Crisi greca: limiti ai prelievi, Atene rivive le crisi di Islanda e Argentina

Crisi greca: limiti ai prelievi, Atene rivive le crisi di Islanda e Argentina
Di Salvatore Falco
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Chiusura delle banche, ritiro dei contanti razionato. Come in tempo di guerra o ai tempi del colpo di Stato, ricordano i più anziani, i greci sono in

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Chiusura delle banche, ritiro dei contanti razionato. Come in tempo di guerra o ai tempi del colpo di Stato, ricordano i più anziani, i greci sono in fila agli sportelli dal 29 giugno.

Dopo l’annuncio del primo ministro, Alexis Tsipras, che l’Eurogruppo di non avrebbe esteso gli aiuti ad Atene: “Questa decisione ha condotto la Banca centrale europea a non aumentare la liquidità alle banche greche – sono state le parole del premier greco il 28 giugno – e ha costretto la Banca di Grecia ad attuare alcune misure, tra le quali un giorno di chiusura e il limite dei prelievi”.

Da quel momento, i greci possono prelevare solo 60 euro al giorno da ogni carta e da ogni conto. Una misura drastica, soprattutto perché in Grecia l’uso della carta non è così diffuso come negli altri paesi dell’Unione europea.

I pagamenti con carta di credito sono illimitati, ma le carte di debito non si possono ricaricare. Tutti i pagamenti devono essere effettuati tramite bonifico, ma sono bloccati i trasferimenti all’estero. Perché nel 2015 sono già 40 i miliardi di euro usciti dalle banche greche, 1/4 dei depositi.

La Grecia non è il primo Paese europeo a imporre controlli sui capitali dopo la crisi del 2008. Nel marzo 2013 Cipro ha dovuto chiudere le sue banche per 12 giorni e ha imposto un limite ai prelievi, dal marzo 2013 al marzo 2014, di 300 euro al giorno.

I controlli sono durati due anni e i depositi superiori ai 100 mila euro hanno subito prelievi pesanti in cambio del piano di salvataggio di quella che a Cipro ancora chiamano troika.

Ma il primo Paese del Vecchio Continente a imporre controlli sui capitali era stato l’Islanda dopo la crisi finanziaria del 2008 e il conseguente fallimento delle sue banche. Solo poche settimane fa, Reykjavik ha visto un alleggerimento delle restrizioni internazionali.

Facendo un altro passo indietro nel tempo arriviamo alla crisi del debito in Argentina. Il Paese vide il congelamento dei depositi bancari nel dicembre 2001, con un limite di prelievo pari a 250 dollari a settimana. Una restrizione andata avanti fino al dicembre 2002.

La reazione popolare fu così violenta che il presidente Fernando de la Rúa si dimise e lasciò il Paese il 20 dicembre del 2001, dando il via a una girandola di successioni e a una grave crisi politica.

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