L'attentatore non avrebbe agito solo. Al vaglio l'ipotesi dell'addestramento in un campo dell'ISIL in Libia
Prende sempre più corpo l’ipotesi che l’attentatore di Sousse non abbia agito solo.
Mentre 1.000 agenti armati sono stati messi a presidio di spiagge e strutture turistiche tunisine, testimonianze e ultimi sviluppi delle indagini lasciano supporre che Seifeddine Rezgui facesse parte di una cellula terroristica. Alla spiaggia antistante l’hotel della strage pare sia anzitutto arrivato in un’auto, probabilmente guidata da uno o più complici.
Seven held in Tunisia attack probe #sousse#tunisia#rezguihttp://t.co/a0OcC9sBMH
— insight4news (@Insight4News3) 29 Giugno 2015
Diverse poi le persone che sono state arrestate. Il Ministro degli interni tunisino che ne ha dato notizia non ha fornito ulteriori dettagli ma ha detto che si sta cercando di verificare l’ipotesi secondo cui l’attentatore avrebbe di recente trascorso un periodo in un campo d’addestramento dell’ISIL in Libia.
Fiori in spiaggia a Sousse per vittime strage. #Tunisiahttp://t.co/WWeCUu6hAPpic.twitter.com/mBIf51AOCv
— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) 29 Giugno 2015
Se il Regno Unito si prepara al peggio, con un portavoce del premier Cameron che ha dato come probabile che delle 38 vittime una trentina siano britanniche, all’aeroporto di Glasgow la tensione si scioglie in lacrime, per chi ha la fortuna di riabbracciare i suoi cari.
Al Regno Unito che – come qui a Walsall, non lontano da Birmingham – continua a piangere le sue vittime, ha intanto espresso solidarietà il Ministro degli interni tunisino Gharshalli, che proprio sul luogo della strage ha ricevuto i suoi omologhi britannico, tedesco e francese.