In un clima di forte tensione sociale negli Stati Uniti alcuni dipartimenti di polizia hanno deciso di adottare misure forti per prevenire atti di
PUBBLICITÀIn un clima di forte tensione sociale negli Stati Uniti alcuni dipartimenti di polizia hanno deciso di adottare misure forti per prevenire atti di violenza e per addestrare i loro agenti. E’ il caso di Las Vegas, metropoli che detiene il record di sparatorie, anche mortali, tra forze dellôrdine e criminali o presunti tali.
Obiettivo evitare episodi come quelli di Fergusson, Baltimora e Los Angeles. Dove si sono verificate sommosse popolari contro un uso eccessivo della forza da parte della polizia. “Si può sparare? Dico ‘sì’ se ci si trova in vere condizioni di emergenza”, spiega il capitano Matt McCarthy. “Dobbiamo anche chiederci quando occorre davvero premere il grilletto”.
Era il 12 dicembre del 2011 quando a Las Vegas Stanley Gibson, veterano di guerra, con problemi mentali e disarmato, viene freddato dal alcuni colpi di arma da fuoco. Sparati da un ufficiale. Un testimone ricorda perfettamente quanto accaduto. “La polizia continuava a dire all’uomo di uscire di casa con le mani alzate, ma lui era spaventato a morte. Avrebbe potuto prendere tempo prima di fare quello che ha fatto”.
Un caso questo che ha scosso l’opinione pubblica statunitense. Nel 2010 a Las Vegas ci sono state ben 25 sparatorie che hanno coinvolto agenti di polizia, un record sceso a 16 lo scorso anno. Numeri ancora troppo alti sostengono alcune organizzazioni. “Quello che è accaduto a Las Vegas è simile a quello che abbiamo visto in altri posti. Occorre una giusta formazione per gli agenti per riuscire a ridurre le sparatorie”.sottolinea William Sousa, Direttore di Criminologia dell’Università del Nevada
Tra polemiche e buoni propositi pare che l’esperimento iniziato a Las Vegas possa essere esteso anche in altri stati del paese.