USA: le profonde radici dell'odio razziale e la battaglia per l'uguaglianza

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Di Euronews
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Il 7 marzo 1965 a Selma, in Alabama, la polizia carica con violenza 600 persone che sfilano per chiedere pari diritti civili per i neri. Una

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Il 7 marzo 1965 a Selma, in Alabama, la polizia carica con violenza 600 persone che sfilano per chiedere pari diritti civili per i neri. Una ‘domenica di sangue’, come verrà poi definita, che traumatizza gli Stati Uniti.

Cinquant’anni dopo, i comportamenti degli agenti di polizia bianchi e gli episodi di violenza contro le persone di colore sono ancora sulle prime pagine dei giornali.

In un Paese che soltanto nel 2008 ha eletto per la prima volta un nero alla Casa Bianca: il presidente Barack Obama.

Il 1865 è l’anno dell’abolizione della schiavitù. Ma perché i neri ottengano pari diritti occorrerà aspettare un secolo.

A Selma nel 1965 la marcia era guidata dal pastore Martin Luter King. Cinque mesi più tardi, il 6 agosto viene approvata la legge sul diritto di voto che garantisce a tutti gli afroamericani il diritto di recarsi alle urne.

Un’uguaglianza che troppo spesso resta sulla carta. Le violenze continuano in gran parte del Paese.

Come nel 1967 quando a Detroit un tassista di colore
viene ucciso da un poliziotto bianco. Gli scontri violenti costano la vita a 43 persone. Più di 400 i feriti.

Nel 1980 quattro agenti di polizia uccidono il veterano afro-americano Arthur Mc Duffie. Diciotto le persone che muoiono quando scoppia il caos tra le forze dell’ordine e la comunità nera.

Nel 1992 a Los Angeles quattro poliziotti sono i protagonisti del violento pestaggio di Rodney King. Nonostante il linciaggio venga ripreso da un videoamatore, i quattro sono assolti. Centomila persone scendono in strada: 55 vengono uccise, altre 4000 arrestate.

L’arrivo di Barack Obama al potere, sette anni fa, non sembra aver cambiato le cose. Nessuna nuova legge volta a evitare il ripetersi di simili episodi, soltanto un maggiore impegno da parte del ministero della Giustizia nella lotta contro le discriminazioni.

Nel 2012 George Zimmerman, che stava effettuando un pattugliamento, uccide il diciassettenne Trayvon Martin. L’agente verrà assolto nel luglio dell’anno successivo.

A Ferguson, in Missouri, il 9 agosto del 2014 viene ucciso Michael Brown, di soli 18 anni. L’omicidio fa scoppiare gli scontri. Ancora più violenti di quelli che gli Stati Uniti avevano conosciuto nel 1992.

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