Cecilia Bartoli, eroina di Gluck

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“Quindi chiameró gli dei” è il tema del festival di Pentecoste di Salisburgo scelto dal direttore artistico Cecilia Bartoli. La celebre mezzosoprano

“Quindi chiameró gli dei” è il tema del festival di Pentecoste di Salisburgo scelto dal direttore artistico Cecilia Bartoli.

La celebre mezzosoprano aggiunge un’altra eroina al suo repertorio: la dignitosa e torturata sacerdotessa di “Iphigénie en Tauride” (Ifigenia in Tauride) di Gluck.

Il sincero desiderio di Cecilia Bartoli è riportare alla ribalta il compositore tedesco.

Cecilia Bartoli, mezzo soprano:
“Gluck merita una maggiore popolarità. Gluck è stato uno dei più importanti compositori del suo tempo, è chiaro. E Wagner fu un grande ammiratore di Gluck e anche Berlioz fu un grande ammiratore di Gluck.”

L’opera piú famosa di Gluck debuttó a Parigi nel 1779.

Moshe Leiser, regista teatrale: “La grande rivoluzione di Gluck, fu quella di portare lo scritto in primo piano e scrivere una musica che servisse come testo, che costringesse le persone ad ascoltare e raggiungesse l’anima e le emozioni con la parola.”

Cecilia Bartoli, mezzo-soprano: “Non siamo in scena per compiacere il pubblico con costumi sontuosi e un bel make-up. Raccontiamo una storia, che è una storia terribile. Mostriamo emozioni, scendiamo nei sentimenti piú profondi e siamo così nudi.”

“Iphigénie en Tauride” racconta la mitica storia di Iphigénie, costretta a commettere un omicidio sacrificale: un ruolo impegnativo.

Patrice Caurier, regista teatrale: “Cecilia è una professionista a cui piace andare a fondo nelle cose e Gluck non puó vivere se non andando assolutamente a fondo delle cose.”

Moshe Leiser: “Gluck scrisse una musica assolutamente sublime, per esprimere le situazioni piú terribili in cui cadono i personaggi. La ragione del perché la sua musica è tanto bella, è perché questi personaggi resistono al loro destino, perché i personaggi si trovano di fronte agli dèi che si divertono nel vederli soffrire.”

Uno dei momenti preferiti da Bartoli è la straziante aria “O malheureuse Iphigénie”.

Cecilia Bertoli: “Sono morti tutti. É un momento terribile. (…) Lei è ancora lì e qual è la speranza di Iphigénie? Non c‘è piú alcuna speranza, non c‘è piú nessuno. Penso sia una delle scene più belle del mondo operistico.”

Per ulteriori estratti delle nostre interviste con la mezzosoprano Cecilia Bartoli e i registi Moshe Leiser e Patrice Caurier cliccate sul seguente link:

Una collaborazione unica: Cecilia Bartoli e il team di registi

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