Turchia e Unione europea, dalle urne il futuro delle relazioni tra Bruxelles e Ankara

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Non hanno solo mostrato le prime crepe all’interno del potere decennale di Erdogan, le elezioni turche di domenica potrebbero rappresentare ora la

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Non hanno solo mostrato le prime crepe all’interno del potere decennale di Erdogan, le elezioni turche di domenica potrebbero rappresentare ora la svolta necessaria a riavviare le relazioni tra Ankara e Bruxelles.

La Commissione europea, per ora resta cauta e attende le prossime mosse del Paese— “Per poterci mettere al lavoro aspettiamo prima che siano formati il nuovo governo e il nuovo Parlamento” ha dichiarato una portavoce dell’esecutivo comunitario “Crediamo che i prossimi mesi possano rappresentare un’occasione importante per rafforzare le relazioni e la cooperazione tra Unione europea e Turchia”

Avviati nel 2005 i negoziati per l’accesso di Ankara all’Unione europea hanno conosciuto un rallentamento dal 2010 . Dopo un’iniziale apertura all’Europa agli inizi della carriera, Erdogan ha avviato una sterzata nazionalista e repressiva. L’arrivo in parlamento dei curdi di Demirtas a favore delle libertà civili e contrari alla trasformazione della Turchia in Repubblica presidenzialista potrebbe riaprire le trattative e riavvicinare Ankara e Bruxelles.

Per avere un quadro di quelle che saranno le relazioni tra Ue e Turchia Euronews ha intervistato Marc Pierini. Oggi ricercatore al think tank Carnegie Europe di Bruxelles e diplomatico dalla lunga carriera, ex ambasciatore dell’Unione europea in Turchia.

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L’AKP, al potere da 13 anni, ha perso la maggioranza assoluta al Parlamento . L’HDP, invece, è riuscito a superare la soglia del 10% ed è entrato in Parlamento. Come valuta lo scenario attuale?

Per prima cosa, credo, che visto dall’Europa il paesaggio politico è oggi molto più equilibrato che in passato. Dobbiamo evitare di negare la realtà, come fa l’AKP. Per i cui dirigenti il risultato elettorale è piuttosto sorprendente. L’AKP si è abituato a dodici anni e mezzo di potere senza averlo mai condiviso con nessuno. E’ un periodo molto lungo per una democrazia. Eppure è stato cosi, è stata una realtà che si è espressa in modo calmo, secondo una logia nazionale. Bisogna aspettare e guardare cosa succederà.

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Si è trattato di un test elettorale per il progetto di Repubblica presidenziale pensata da Erdogan. Come valuta il risultato elettorale? E come sta seguendo la vicenda l’Unione europea?

Marc Pierini
Ci sono 4 aspetti cui l’Unione europea guarderà ora. Per prima cosa se lo stato di diritto turco sarà ristabilito in quella che era la sua forma 18 o 24 mesi fa. Secondo, se la libertà di stampa, che ha sofferto non poco negli ultimi mesi, tornerà alla normalità. Terzo, il tipo di politica economica che sarà adottata e l’indipendenza dalla Banca Centrale turca, centrali per gli investimenti nel Paese. Quarto aspetto, che tipo di politica estera sarà adottata dalla Turchia nei confronti dell’occidente. Questi 4 elementi, saranno sicuramente al centro delle negoziazioni tra le diverse parti per arrivare a una colazione di governo, ed è sul risultato di queste che si faranno le valutazioni.

Euronews
Al di là del risultato elettorale di domenica, esiste ancora un dialogo tra Turchia e Unione europea?

Marc Pierini
Certamente, e da qualche mese. Anche se come tutti ben sappiamo, i negoziati per l’accesso sono oggi a un punto morto. Questo a causa del peggioramento dello stato di diritto. Cosa che ha reso impossibile ritenere la Turchia idonea ai criteri di adesione. Per quanto riguarda le altre forme di cooperazione, come la modernizzazione dell’unione doganale- questa che è stata avviata. Mentre sulla liberalizzazione dei visti si discute. Così come è in corso la cooperazione sull’anti-terrorismo. Il Programma Erasmus continua, invece, a riscuotere un grande successo. Quindi direi che la cooperazione tra Unione europea e Turchia è comunque molto attiva. Credo sia importante ricordare che queste elezioni non cambiano due aspetti fondamentali. Il primo, l’approdo economico della Turchia resta l’Europa, in termini commerciali, turistici e per gli investimenti. Mentre dal punto di vista della sicurezza, la Turchia resta nella Nato. Si tratta di aspetti che difficilmente saranno stravolti nel giro di poco tempo, e di cui si deve tener conto nelle evoluzioni future.

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