Turchia al voto: Erdogan punta a svolta presidenzialista

Turchia al voto: Erdogan punta a svolta presidenzialista
Diritti d'autore 
Di Euronews
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Conto alla rovescia in Turchia in vista del voto parlamentare di domenica. Se il partito di governo, l’AKP, punta a superare il 55% dei voti e

PUBBLICITÀ

Conto alla rovescia in Turchia in vista del voto parlamentare di domenica. Se il partito di governo, l’AKP, punta a superare il 55% dei voti e ottenere così i 330 deputati necessari a riformare la Costituzione in senso presidenzialista, l’opposizione accusa il presidente Erdogan di volere il pieno controllo del Paese e denuncia il rischio di deriva autoritaria.

I principali partiti d’opposizione, lo schieramento di centrosinistra, i nazionalisti e la coalizione che riunisce curdi e sinistra sono contrari al progetto di una riforma costituzionale. Il loro obiettivo è quello di evitare che Erdogan possa contare su una maggioranza assoluta in parlamento.

Il corrispondente di euronews, Bora Bayraktar, ha incontrato il professore Haluk Alkan, analista politico e docente all’Università di Istanbul.

Bora Bayraktar, euronews: “Il tema della riforma dello Stato in senso presidenzialista ha caratterizzato il dibattito elettorale in vista del voto del 7 giugno. Il capo dello Stato e il primo ministro dicono che si tratta di una riforma necessaria. Perché c‘è questa esigenza e qual è la sua opinione?”

Haluk Alkan, Università di Istanbul: “Prima di tutto dobbiamo dire che c‘è un problema nella struttura dello Stato. Un difetto del sistema politico sin dall’entrata in vigore della Costituzione del 1961. In realtà la discussione non è sul passaggio da un sistema parlamentare a un sistema presidenziale. Voglio dire, non è che in Turchia abbiamo un sistema parlamentare consolidato e vogliamo trasformarlo in uno presidenziale per il desiderio di qualcuno. Questo è sbagliato. Il nostro sistema parlamentare non è mai stato istituzionalizzato. Questo è un aspetto da tenere presente”.

“La Costituzione del 1982 dà al Presidente un autortà straordinaria che non ha alcun precedente nei sistemi parlamentari contemporanei – spiega il docente universitario – La presidenza è stata concepita come una figura statale che controlla le authority, senza essere controllata dal basso, con il potere di intervenire anche sulle decisioni del governo. Questo è contro la natura dei sistemi parlamentari”.

euronews: “Nel dibattito in corso in molti denunciano il rischio che il sistema statale turco possa diventare autoritario e deteriorare l’equilibrio tra potere giudiziario, esecutivo e legislativo. È d’accordo? Esiste questo rischio?”

Huluk Alkan: “È sbagliato dire che i cittadini turchi rischiano di ritrovarsi sotto un regime autoritario. Il rischio di monopolizzare le istituzioni esiste sempre con governi a lungo termine, in tutti i sistemi: presidenziale, parlamentare o semi-presidenziale. Se sei al governo da 20 anni e hai il controllo del parlamento, è possibile cambiare le leggi, controllare la magistratura e tutto il resto. Questo è un problema proprio di tutti i sistemi. È il modello di democrazia rappresentativa. Questo è un problema della democrazia non del sistema dello Stato. Il sostegno a lungo termine verso una persona o una certa idea politica può determinare questo scenario. Ma le dinamiche democratiche sono in grado di ripristinare lo status quo”.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

"Turchi ingrati", così i sostenitori di Erdoğan dopo la sconfitta a Istanbul e Ankara

Turchia: elezioni amministrative al via, un morto e 12 feriti in Kurdistan

Turchia: due militanti pro-Gaza prendono ostaggi in una fabbrica del gruppo Procter & Gamble