Turchia al voto: 2 milioni di profughi, ma "politica non strumentalizza emergenza"

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Di Salvatore Falco
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“Reyhanlı si trova al confine tra Turchia e Siria – dice il corrispondente di euronews, Bora Bayraktar – È una delle città più coinvolte nella fuga

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“Reyhanlı si trova al confine tra Turchia e Siria – dice il corrispondente di euronews, Bora Bayraktar – È una delle città più coinvolte nella fuga dalla guerra civile. La popolazione è quasi raddoppiata dall’inizio del conflitto siriano”.

Reyhanlı contava 60mila abitanti prima della guerra civile siriana. Ora ospita circa 60.000 profughi. L’economia locale si basava sull’allevamento del bestiame e sul contrabbando oltreconfine. Ma a causa della guerra, queste attività si sono interrotte e ora è l’edilizia il settore trainante: i profughi siriani fanno concorrenza alla popolazione locale.

“Per esempio quando vengono chiamati per costruire un muro o un edifico ricevono l’equivalente di 17 euro – spiega un lavoratore della cittadina turca – Ma i siriani fanno la stessa attività per un prezzo più basso. Questo produce tensione tra la popolazione locale”.

“Gli scambi commerciali alla frontiera sono bloccati su entrambi i lati – aggiunge un altro abitante di Reyhanlı – Il 60, 70% della popolazione tirava avanti con questo commercio. Ma ora è tutto fermo”.

“Dal momento in cui i siriani sono arrivati, lo Stato ha offerto il suo aiuto, ma non fa altrettanto per i cittadini turchi”, dice un pensionato turco.

La città di Gaziantep ospita circa 400.000 profughi siriani. L’esplosione demografica ha prodotto l’aumento dei prezzi delle case e dei prodotti alimentari e, di conseguenza, forti tensioni. In generale, le popolazioni locali comprendono il fatto che i siriani non hanno possibilità di sopravvivere senza l’aiuto della Turchia, questo anche grazie all’atteggiamento della politica.

“Questo grande afflusso di persone può causare grande tensione, ma i partiti d’opposizione non hanno strumentalizzato questa emergenza a lungo. Un atteggiamento positivo – sostiene Talha Köse, analista politico e professore alla Università Şehir- Anche il Partito Repubblicano dei Popoli fa riferimento a questa emergenza nel suo programma elettorale, in questi 3-4 anni non l’ha mai utilizzata contro il governo. Non credo che questo cambierà la struttura della vita politica turca in modo radicale. La questione dei profughi in Turchia non ha prodotto l’ondata anti-immigrazione che l’estrema destra sta cavalcando in Europa”.

Molti siriani vivono in Turchia da oltre tre anni ormai e all’orizzonte non si vede la fine delle ostilità. Sembra improbabile che possano far ritorno a casa nel prossimo futuro.

Sono via da così tanto tempo che hanno ricostruito una loro quotidianità.

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