Heysel: 30 anni fa la tragedia, per Juve "il giorno più triste"

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Trent’anni fa la tragedia dell’Heysel: 39 persone, tra cui 32 tifosi italiani, persero la vita alla finale di Coppa di Campioni tra Juventus e

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Trent’anni fa la tragedia dell’Heysel: 39 persone, tra cui 32 tifosi italiani, persero la vita alla finale di Coppa di Campioni tra Juventus e Liverpool a Bruxelles, a causa della violenza degli hooligans inglesi.

Il portiere dei bianconeri Stefano Tacconi ricorda quei momenti tragici: “Non sapevamo tutto quello che era successo, dopo la partita abbiamo saputo il numero esatto. Si diceva uno, due, tre, cinque, sei, però a quel punto credo che la cosa giusta da fare era giocare questa partita. Ci hanno anche criticato perché abbiamo fatto i festeggiamenti dopo la partita, però anche lì sono stati gli organizzatori a obbligarci a uscire fuori per tenerli tutti dentro in attesa che venissero sfollati i tifosi inglesi”.

Il 29 maggio del 1985 è “il giorno più triste” della
storia bianconera, così la Juventus ricorda sul suo sito internet le vittime.

Maurizio Crosetti, La Repubblica: “La cosa peggiore è vedere una persona che sta morendo, non solo una persona morta. Un cadavere lo puoi aver visto, ma una persona che sta morendo è quello che ha colpito molto tutti, almeno me. Io non avevo mai visto nessuno morire. E poi questa ragazzina che aveva solo 16 anni, era la donna più giovane e la ricordo ancora distesa a terra”.

“La verità è che purtroppo quella partita non si sarebbe dovuta giocare”, dice Fabrizio Landini che nella tragedia dell’Heysel ha perso lo zio. “Non si può organizzare una finale di Coppa dei Campioni in uno stadio fatiscente, in uno stadio che si sgretolava, i gradini cadevano, c’erano delle reti di pollaio, non c’era servizio d’ordine”.

Per Andrea Lorentini, presidente dell’Associazione Familiari Vittime dell’Heysel, “si è fatta poca memoria per 30 anni”, e “Uefa e autorità belghe furono responsabili morali per le scelte fatte e la gestione dell’ordine pubblico”.

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