L'Unione Economica Eurasiatica festeggia un anno, tra progressi e difficoltà

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Maria Korenyuk, euronews: “E’ qui ad Astana che, l’anno scorso, è nata l’Unione economica eurasiatica. Quest’anno, diecimila partecipanti – politici

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Maria Korenyuk, euronews: “E’ qui ad Astana che, l’anno scorso, è nata l’Unione economica eurasiatica. Quest’anno, diecimila partecipanti – politici, economisti ed esperti – si sono riuniti nella capitale kazaka per discutere delle prospettive di integrazione di questa regione del mondo”.

L’Unione economica eurasiatica (UEE) è stata fondata da Russia, Bielorussia e Kazakhstan: a questo gruppo iniziale si è poi aggiunta l’Armenia e sta facendo altrettanto anche il Kirghizstan. Per Bishkek, è stata una scelta difficile: molte imprese kirghize vendono prodotti acquistati in Cina. Un business che diventerà meno conveniente quando l’adesione al blocco sarà finalizzata, perché aumenteranno i dazi sulle importazioni.

Zhirgalbek Sagynbaev, Presidente della Federazione degli industriali kirghizi: “Queste piccole attività di import-export appartengono al passato: ora dobbiamo attuare un vero processo di integrazione industriale. Per i nostri cittadini che lavorano all’estero, il vantaggio di far parte dell’Unione eurasiatica è che non avranno più bisogno di ottenere un permesso di lavoro. Il secondo vantaggio è che vedremo maggiore cooperazione tra le imprese del settore minerario ed energetico”.

Questo blocco economico conta su un mercato interno di 180 milioni di consumatori e ha un Pil combinato di 4.000 miliardi di dollari. Numeri che dovrebbero attrarre capitali stranieri, anche se è ancora presto per tracciare un bilancio dei nuovi investimenti.

Timur Suleimenov, Ministri addetto alle politiche economiche e finanziarie dell’UEE: “Il mercato unico dei servizi e la libera circolazione dei beni sono già una realtà. Tra quanto tempo potremo valutare i risultati? Beh, non prima di un anno. Sei mesi non bastano per notare un aumento degli investimenti o degli scambi commerciali, tenuto conto che la creazione dell’Unione economica eurasiatica ha coinciso con un periodo di crisi”.

In crisi è anche la prima economia del blocco, quella russa, che risente delle sanzioni adottate dall’Occidente dopo l’annessione della Crimea da parte di Mosca, con effetti a catena su tutti gli altri membri.

Il crollo del prezzo del petrolio rallenta la crescita sia in Russia che in Kazakhstan, due Paesi esportatori.

D’altra parte, la svalutazione del rublo favorisce il “made in Russia”, a scapito dei partner dell’Unione eurasiatica, in primis il Kazakhstan.

Rakhim Oshakbayev, vice-presidente della Camera di commercio kazaka: “Molti produttori kazaki non riescono più a competere a causa degli squilibri valutari. Abbiamo chiesto al nostro governo di considerare questo stato di cose come una minaccia alla sicurezza economica nazionale: senza strumentalizzazioni, servirebbero barriere commerciali temporanee”.

Nonostante le difficoltà, la via sembra essere quella di una maggiore integrazione. Tra i progetti in cantiere, un mercato unico per l’elettricità e per i prodotti farmaceutici e la firma di un trattato di libero scambio commerciale con il Vietnam.

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