Partenariato orientale, summit dominato dalla crisi ucraina

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La crisi ucraina è destinata a condizionare l’esito della riunione di Riga sul partenariato tra Unione europea e i Paesi dell’Europa orientale

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La crisi ucraina è destinata a condizionare l’esito della riunione di Riga sul partenariato tra Unione europea e i Paesi dell’Europa orientale. Riunione che ha registrato anche un nulla di fatto dal vertice tra Angela Merkel, François Hollande e il primo ministro Tsipras sulla ristrutturazione del debito greco. Tutti cercano di rassicurare sulla vera natura del partenariato orientale.
“Voglio replicare a chi sostiene che il partenariato è diretto contro la Russia – dice il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk -. Non è così. Il partenariato orientale non è un concorso di bellezza tra Russia e Unione europea. Ma voglio essere franco: la bellezza conta”.

Nel summit si discute di programmi di investimento in favore delle economie dei Paesi orientali partner dell’Europa.

“Voglio sottolineare – dice il ministro degli esteri della Lettonia Edgars Rinkēvičs – che sia i membri dell’Unione che i Paesi partner sono liberi di sollevare problemi. E credo che naturalmente la situazione in Ucraina e l’applicazione degli accordi di Minsk faranno parte degli argomentii da trattare”.

Il presidente ucraino Poroshenko ha ribadito, a Riga, di avee le prove che soldati russi sono impegnati nel conflitto separatista.
Il documento finale dovrebbe contenere una dichiarazione sul conflitto ucraino e un appello alle parti per applicare gli accordi di Minsk. Alcuni partecipanti vorrebbero condannare l’annessione russa della Crimea ma due Paesi – Armenia e Bielorussia- sono contrari.

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