Le milizie sciite e l’esercito iracheno uniti nella controffensiva contro l’autoproclamato Stato Islamico per riprendere il controllo di Ramadi. La
Le milizie sciite e l’esercito iracheno uniti nella controffensiva contro l’autoproclamato Stato Islamico per riprendere il controllo di Ramadi.
La città strategica ad Ovest della capitale è finita, tra sabato e domenica, con un bilancio di almeno 500 morti, nelle mani degli jihadisti, a conclusione di scontri durati mesi.
Middle East Updates / #Iraq says at least 500 killed in #ISIS takeover of #Ramadihttp://t.co/IckXDKxXnnpic.twitter.com/VrHAF17g4i
— Haaretz.com (@haaretzcom) 18 Maggio 2015
Controllata dagli estremisti con la bandiera nera dell’Isis Ramadi, capoluogo della provincia di Anbar, rappresenta una minaccia diretta al potere centrale iracheno, a meno di 150 chilometri dalla capitale. Baghdad ha lanciato un appello raccolto dalle milizie sciite irachene alleate dell’Iran.
“Con la volontà di Dio riusciremo in questa sfida e accetteremo soltanto la vittoria. Saremo la spina dorsale delle forze di sicurezza per proteggere il Paese. Daremo appoggio e protezione per la legittimità dei rappresentanti del governo e del Parlamento iracheno” ha detto Youssef al-Kilabi, portavoce delle milizie sciite.
L’offensiva lanciata dagli jihadisti tra giovedì e venerdì e che ha avuto il suo epilogo domenica con la fuga dei blindati dell’esercito iracheno, ha costretto circa 24.000 persone a lasciare la città secondo i dati diffusi dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.