Il dramma dei Rohingya, boat-people respinti da tutti

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Di Euronews
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Un barcone col motore in panne, carico di centinaia di migranti in fuga dal Myanmar, viene avvicinato sull’oceano Indiano da una nave da guerra

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Un barcone col motore in panne, carico di centinaia di migranti in fuga dal Myanmar, viene avvicinato sull’oceano Indiano da una nave da guerra thailandese. Da qui scendono dei marinai, che aggiustano il motore del barcone e indicano ai loro occupanti la rotta da seguire per la Malesia. Poi la nave da guerra si allontana, lasciando i migranti al loro destino. In questa storia c‘è il dramma dei Rohingya, popolo musulmano senza stato represso in Myanmar e che nessuno vuole. L’Indonesia almeno li assiste fornendogli cibo in campi nella regione di East Aceh, ma non intende concedergli asilo.
Migliaia di Rohingya sono attualmente alla deriva su un numero imprecisato di barconi precari, alla ricerca di un rifugio. La Malesia resta una delle mete preferite, visto che si tratta di un Paese musulmano.
“Sappiamo che ce ne sono almeno ottomila su varie imbarcazioni sul mar delle Andamane – dice Jeffrey Savage dell’Unhcr -. Il Commissariato per i rifugiati ha fatto appello alla comunità internazionale, in particolare i Paesi della regione, per affrontare una massiccia campagna di soccorso per portare queste persone al sicuro e dargli la stessa assistenza umanitaria che stiamo fornendo qui a questi gruppi”.
Secondo le Nazioni Unite, sono almeno 120 mila i Rohingya che si sono avventurati in mare negli ultimi tre anni. La loro repressione si è intensificata nel Myanmar del presidente Thein Sein.

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