David Cameron, il premier che ama Washington e 'riesuma' la Thatcher

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Di Salvatore Falco
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David Cameron tenta il bis alla guida del Regno Unito. Dopo il suo primo mandato, iniziato nel 2010 nei panni del più giovane Primo ministro della

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David Cameron tenta il bis alla guida del Regno Unito. Dopo il suo primo mandato, iniziato nel 2010 nei panni del più giovane Primo ministro della storia britannica, gioca la carta della continuità per rimare a Downing Street.

I sondaggi dicono che avrà bisogno, in caso di vittoria, di cambiare gli alleati di governo.

Il leader conservatore, educato tra l’elité britannica di Eton e Oxford, è riuscito a riportare i Tories al potere dopo oltre un decennio. Ma, per la prima volta dal 1974, il parlamento del Regno Unito non ha potuto contare su una maggioranza assoluta.

Da qui è nata la strana alleanza con i lib-dem di Nick Clegg, nonostante le battute al vetriolo tra i due leader durante la campagna elettorale.

Ma dopo 5 anni di coabitazione, i liberal-democratici si apprestano a pagare nelle urne la scelta di Clegg, mentre i Conservatori devono guardarsi a destra, dove Nigel Farage prova a erodere consensi sui temi dell’immigrazione e dell’Europa.

Il pericolo che gli viene da sinistra riguarda il malcontento rispetto ai tagli all’educazione voluti dal governo. Negli ultimi due anni, le manifestazioni delle organizzazioni studentesche hanno preso d’assedio Londra per protestare contro le rette arrivate fino a 9 mila sterline l’anno.

Di fronte a queste nuove tensioni sociali, Cameron tenta di imitare Margaret Thatcher e riesuma il piano per permettere a chi risiede nelle case popolari di acquistarle a prezzi di favore. Il suo obiettivo è far passare l’idea che i Tories sono il ‘‘partito della gente che lavora’‘.

In politica estera, il governo conservatore è stato più vicino agli Stati Uniti che all’Europa. Londra è sempre stata al fianco di Washington nelle operazioni militari in Afghanistan, Libia e Medio Oriente. Una special relationship che supera quella della coppia d’oro Thatcher-Reagan.

Nei rapporti con Bruxelles, invece, Cameron ha dato spazio all’euroscetticismo e ha promesso un referendum per decidere l’uscita di Londra dall’Unione europea. Con la sua critica costante all’Unione europea, Cameron si è fatto tanti nemici in Europa.

Pochi amici anche in Scozia, da dove il premier si è tenuto alla larga nelle settimane precedenti il referendum sull’indipendenza.

Ma nonostante la sua grande impopolarità oltre il Vallo di Adriano, la vittoria del No è stata una sua vittoria: “Vogliamo che restiate con noi – disse agli scozzesi – Con il cuore, la testa e l’anima vogliamo che restiate con noi”.

Un pragmatismo vincente che ha usato anche di fronte alla tragedia dei migranti nel Canale di Sicilia quando ha parlato di “Giorno nero per l’Europa”. Per poi aggiungere: “Dal Regno Unito nessun asilo, porteremo i migranti in Italia”.

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