L'Iran vicino a una svolta storica: quali conseguenze sui corsi del greggio?

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Questa settimana, a Business Middle East, parliamo delle nuove prospettive economiche dell’Iran e del rafforzamento del dollaro che preoccupa la Casa

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Questa settimana, a Business Middle East, parliamo delle nuove prospettive economiche dell’Iran e del rafforzamento del dollaro che preoccupa la Casa Bianca.

L’accordo quadro sul nucleare iraniano, raggiunto la settimana scorsa a Losanna, restituisce a Tehran una ragione di sperare nella revoca delle sanzioni internazionali, che hanno soffocato la sua economia.

Il servizio dell’inviata di euronews a Losanna, Reihaneh Mazaheri.

Iran, il peso delle sanzioni internazionali

Nel corso degli anni, l’economia iraniana ha risentito pesantemente dalle sanzioni occidentali: in particolare il settore bancario e quello petrolifero.

La Repubblica islamica è stata tagliata fuori dal sistema bancario internazionale. In conseguenza di questo isolamento, il Rial, la valuta locale, ha perso i due terzi del suo valore contro il dollaro.

L’Unione europea ha imposto un bando sugli asset iraniani detenuti dalla Banca centrale e dalle imprese che commerciano in oro e pietre preziose.

Quanto al settore petrolifero, che contribuisce al 60% delle entrate statali, ha subito un netto calo dell’export che ha costretto il governo di Tehran ad aumentare la spesa pubblica.

Il risultato è che più di trenta milioni di barili di greggio giacciono nei porti iraniani, in attesa che sia revocato il bando internazionale.

L’accordo quadro raggiunto giovedì scorso potrebbe preludere alla cancellazione delle sanzioni.

A Losanna, sono stati fissati i parametri che dovrebbero permettere di risolvere il contenzioso sul programma nucleare iraniano e siglare un accordo definitivo entro il 30 giugno.

La revoca delle sanzioni sarà progressiva e, secondo diversi analisti, non avrà un impatto percepibile prima della fine dell’anno.

“Con il raggiungimento di un accordo, le sanzioni potrebbero essere revocate, ma resta da capire quali saranno le conseguenze sui prezzi del greggio”, afferma l’inviata di euronews, Reihaneh Mazaheri.

L’intervista

Daleen Hassan, euronews: “E’ in collegamento da Abu Dhabi Nour eldeen Al Hammoury, responsabile delle strategie di mercato presso ADS Securities. Dopo i negoziati di Losanna, L’Opec ha dichiarato che non ci saranno conseguenze per il mercato petrolifero nel breve periodo. Quali sono le sue previsioni per il lungo periodo?”.

Nour eldeen Al Hammoury: “E’ ovvio che non ci sarà un effetto immediato perché le sanzioni non sono ancora state revocate e la produzione di petrolio iraniana non aumenterà di certo prima della fine di giugno, in concomitanza con la riunione dell’Opec. Se ci sarà un accordo, allora l’offerta di petrolio aumenterà di oltre un milione di barili al giorno, secondo le stime dell’Iran. Quindi, se l’Opec manterrà la produzione sui livelli attuali, i prezzi del greggio potrebbero risentirne”.

euronews: “Se saranno revocate le sanzioni, quale sarà l’impatto sui mercati valutari nella regione?”

Al Hammoury: “L’impatto non sarebbe solo regionale, ma globale. L’accordo è positivo per il dollaro, perché sarebbe considerato un successo per gli Stati Uniti, che eviterebbero di trovarsi invischiati in una nuova guerra. Tutti potranno fare affari con le imprese, le banche e le compagnie petrolifere iraniane, che si apriranno a nuove opportunità di investimento, nei due sensi: dall’Iran alla regione e vice versa. Tutto questo farà aumentare anche le transazioni in Rial e nelle valute regionali”.

euronews: “Come reagirà il Rial iraniano?”

Al Hammoury: “Il Rial ha perso più dell’80% del proprio valore a causa delle sanzioni imposte nel 2011. L’accordo con i Paesi occidentali dovrebbe essere positivo per la valuta iraniana, che potrebbe rafforzarsi nel corso dei prossimi anni, soprattutto se saranno revocate le sanzioni contro il settore bancario. La maggior parte degli accordi commerciali con l’Iran saranno chiusi in Rial o in dollari americani”.

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euronews: “Continueremo a parlare del dollaro, ma prima, il nostro Business Snapshot”.

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha dichiarato: “Le economie europee sono deboli, le economie asiatiche sono deboli. Il dollaro si rafforza perché molta gente vuole parcheggiare i propri soldi qui. Pensa che qui siano al sicuro e investe di più. Tutto ciò rende le nostre esportazioni più costose. Dobbiamo continuare a essere ambiziosi. Non possiamo rilassarci e pensare che la crescita continuerà al ritmo che desideriamo per creare opportunità per i nostri giovani nel futuro”.

Daleen Hassan, euronews: “Nour, questa è la prima volta che Obama ammette che l’economia statunitense è messa alla prova dal dollaro forte. Che messaggio ha voluto inviare?”.

Nour aldeen Al Hammoury: “Le dichiarazioni del presidente sul dollaro forte possono riflettere un tentativo di spiegare perché l’economia statunitense abbia rallentato, specialmente dopo i dati sul mercato del lavoro che sono stati molto deludenti, al di sotto delle attese. Le sue parole potrebbero essere un avvertimento ai mercati: guardate che, se il dollaro continua a rafforzarsi, l’economia americana potrebbe entrare in un periodo di crescita stentata. Ma potrebbe anche essere un tentativo, da parte del presiente, di fermare la progressione del dollaro o di frenarla, come è in parte avvenuto, permettendo all’euro di sfondare la quota degli 1,10 dollari, dagli 1,08”.

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