Nucleare Iran, trattative febbrili alla ricerca di una bozza per domani

Nucleare Iran, trattative febbrili alla ricerca di una bozza per domani
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Di Alfredo Ranavolo
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Il 31 marzo è la scadenza per i negoziati. Israele continua a tentare di mettersi di traverso all'accordo.

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Due parti, una molto affollata, davanti alla scacchiera e una terza che prova a rovesciarla. Nel giorno in cui attorno al tavolo si sono riuniti tutti i rappresentanti dei 5+1 e quelli iraniani, da Tel Aviv arriva l’ennesimo monito di Netanyahu che avverte “Israele non chiuderà gli occhi” in caso di un accordo.

Ammesso che ci sia, perché a un giorno dalla deadline non vi è alcuna certezza in tal senso.

L’Iran ha accettato di ridurre a 6.000 le sue centrifughe per l’arricchimento dell’uranio, ma vuole proseguire la ricerca per svilupparne di nuova generazione, in grado di trattare più minerale, più efficacemente e più in fretta.

Il che potrebbe voler dire, però, anche possibilità di utilizzarlo nello sviluppo di armi.

Ancora più controverso un altro punto che pareva risolto. L’Iran sembrava aver accettato di stoccare almeno la maggior parte delle sue scorte di uranio arricchito in Russia.

Ma un membro della delegazione, Abbas Araqchi ha detto ai giornalisti che “lo stoccaggio di scorte all’estero non è nell’agenda dell’Iran”.

Un alto funzionario del dipartimento di Stato americano ha affermato che sulle scorte non è stata presa alcuna decisione.

Nelle intenzioni dei 5+1 è, comunque, essenziale garantire che Teheran abbia a disposizione solamente la quantità di uranio necessaria a far funzionare le centrali nucleari.

Un altro funzionario occidentale ha detto che ci sono stati “altre opzioni” per affrontare il problema delle scorte, come quella di mantenere l’uranio che non dev’essere immediatamente utilizzato nelle centrali “meno puro”.

Il nodo fondamentale da sciogliere resta, comunque, la tempistica per allegerire le sanzioni nei confronti di Teheran, che chiede un allentamento immediato.

Dopo la riunione plenaria di lunedì mattina, il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov ha lasciato la Svizzera, ma è pronto a tornare domani, ha riferito un portavoce, se sarà necessario.

La Russia è molto interessata a veder togliere almeno alcuni dei vincoli ai quali l’Iran deve sottostare per via delle decisioni delle Nazioni Unite, vedendolo come possibile “mercato di sbocco” alternativo, essendo a sua volta oggetto di sanzioni.

Si conta di chiudere un accordo di massima per rispettare la scadenza fissata al 31 marzo, mentre per i dettagli tecnici e l’estensione complessiva dell’intesa dovrà arrivare entro la fine di giugno.

“Nel sesto giorno di colloqui sul nucleare, i ministri degli Esteri di Iran e dei 5+1 stanno discutendo assieme all’Alto commissario europeo per gli Affari esteri Federica Mogherini. Potrebbe essere quello più importante da novembre” secondo l’inviata di euronews Reihaneh Mazaheri.

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