Francia: il ritorno di Sarko. Socialisti 'dimezzati', FN manca l'exploit

Francia: il ritorno di Sarko. Socialisti 'dimezzati', FN manca l'exploit
Di Euronews Agenzie:  Sophie Desjardin
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L'analisi: "In Francia fine del bipartitismo"

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Il ritorno di Sarko blocca la Le Pen. Nelle elezioni amministrative in Francia, l’Ump e il centro destra sono lo schieramento più votato con il 45,03%, seguito dal 32,12% della sinistra e dal 22,23% del Fn.

Voto in Francia, vince #Sarkozy. Nessun dipartimento per #Fnhttp://t.co/u4Z2RX3Crhpic.twitter.com/4Rq0yRmJ14

— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) March 29, 2015

Il secondo turno è un trionfo per Nicolas Sarkozy che, alla guida dell’alleanza con i centristi, conquista 67 dipartimenti su 101.

Mai, nella Quinta repubblica, la destra aveva raggiunto un risultato del genere e l’ex presidente rivede l’Eliseo all’orizzonte: “Acceleriamo sul progetto di preparazione per un’alternativa repubblicana. Un progetto profondamente nuovo – ha detto Sarkozy dopo la chiusura delle urne – Questo progetto sarà la condizione assoluta per raddrizzare il nostro paese, per arrestare il declino in cui ci ha immerso da tre anni il socialismo più arcaico d’Europa”.

L’Ump avanza a macchia d’olio, guadagnando consensi in tutto il Paese. In ritirata invece i socialisti che resistono principalmente nel sud-ovest, mentre per il Front National l’avanzata resta limitata, concentrandosi nel nord e nel sud-est della Francia.

I socialisti di Francois Hollande e Manuel Valls crollano a 34 province, dalle 61 che controllavano nel 2011. In tre dipartimenti non saranno
neppure rappresentati.

Amministrative Francia: Sarzoky vince e frena Le Pen Grafico – Foto http://t.co/oya5tCtZFApic.twitter.com/GywwQm3oHm

— Corriere della Sera (@Corriereit) March 23, 2015

Il partito della Rosa, che paga anche le divisioni della ‘gauche’, ammette la sconfitta: “La sinistra, troppo divisa, al primo turno ha affrontato un forte calo, nonostante la buona amministrazione realizzata nei dipartimenti”, le parole del Primo ministro francese, Manuel Valls.

I dati definitivi hanno anche confermato il mancato sfondamento del Front National di Marine Le Pen. L’estrema destra, pur imponendosi in 31 province, non riesce a conquistare il suo primo dipartimento.

Le Pen's #FN fails to win #France's departmental elections. Good news, say opponents, but still… pic.twitter.com/axJEx3JXAN

— Legatum Institute (@LegatumInst) March 22, 2015

Tuttavia, il Front National sancisce il suo radicamento a livello locale con il netto aumento del numero di consiglieri eletti, soprattutto nel nord e nei bastioni del sudest.

“Ci avviciniamo all’obiettivo – ha commentato Marine Le Pen – arrivare al potere e applicare le nostre idee per raddrizzare la Francia e restituirle la sua libertà, la sua sicurezza e la sua prosperità”.

La destra sorride mentre tra i socialisti è tempo di resa dei conti dopo tre anni di sconfitte politiche, economiche e di immagine. Il momento è talmente grave che la sinistra interna, infessibile fino ad ora con il governo, ha dichiarato un’immediata tregua.

Quels sont les départements les plus à gauche, à droite et à l'extrême droite ? http://t.co/oxoH7qnkllpic.twitter.com/Cp5DwjRT8H

— Libération (@libe) March 30, 2015

Il Fronte Nazionale è diventato un partito i cui risultati, elezioni dopo elezioni, sono stati oggetto di analisi. Dopo questo secondo turno diventa tuttavia difficile fare delle previsioni. La giornalista di euronews, Sophie Desjardin, ha sentito Jean Yves Camus, analista, politologo ed esperto sui partiti e gruppi di estrema destra.

Jean Yves Camus: “Tutto dipende dal fatto se si guarda al numero di dipartimenti conquistati o alla percentuale di voti guadagnati dopo il secondo turno. In termini di regioni e consensi possiamo dire che ha fatto una buona prestazione attestandosi intorno al 40%. Ha ottenuto un risultato non sufficiente, ma comunque un buon risultato. Se poi si analizzano le percentuali, dipartimento per dipartimento, il Fronte Nazionale continua a tallonare la coalizione di centro destra guidata dall’UMP di Sakozy, e di fatto ha ancora buone chanche. In ogni caso il problema principale è ora ci troviamo di fronte a un sistema tripartitico”.

Sophie Desjardin, euronews: “Esattamente a questo volevo arrivare, il bipartitismo lascia così il posto a un nuovo sistema: il tripartitismo?”

Jean Yves Camus: “Il sistema elettorale maggioritario rende estremamente complicato il tripartitismo. Perchè questo richiede che ci sia un sistema proporzionale, tranne ovviamente che per le elezioni presidenziali. Quindi da una parte c‘è chi vuole il tradizionale sistema destra-sinistra e dall’altra c‘è il Fronte Nazionale che cresce e si attesta come terza forza politica del Paese, non ci sono più solo due formazioni politiche forti devono scontrarsi e dividersi i risultati elettorali, ma c‘è un terzo avversario, un terzo partito. Ed è inevitabile che questo alla fine porterà a una profonda ristrutturazione della politica francese”.

euronews: “La vittoria indiscutibile della destra è un segno decisivo per il 2017 o può ancora cambiare qualcosa?”

Jean Yves Camus: “Il 2017 è lontano. Non ci sono ancora i nomi dei candidati, tranne, naturalmente, che per il Fronte Nazionale che parte con in leggero vantaggio, perché ha giá il leader. Non dovrá fare primarie per sceglierlo. Dopo queste elezioni la destra è favorita, ma Marine Le Pen non è sicuramente favorita a vincere le elezioni presidenziali. La questione è un’altra: non perdere ulteriori voti e consensi. Quello di cui siamo sicuri è che non perderà come fece il padre Jean Marie Le Pen nel 2002. 82% contro il 18%. I risultati saranno decisamente diversi”.

euronews: “Quale insegnamento la sinistra può trarre da nuova questa battuta d’arresto elettorale?”

Jean Yves Camus: “Ci sono due strade che la sinistra deve seguire: una è quella che ha annunciato il primo ministro, subito dopo i risultati, ovvero dire che si è sulla strada giusta ma si deve perseverare con il lavoro per raggiungere dei risultati, lavorare per battere disoccupazione e aumentare il potere d’acquisto, temi che interessano all’elettorato. Temi che saranno ripresi anche in campagna elettorale. C‘è poi un’altra strada da battere: ovvero riconoscere che il famoso “big bang” è ora. Devono ammettere di aver commesso degli errori, devono guardare al cambiamento e smettere di pensare che la sinistra avrá un’altra occasione in futuro di raccogliere i risultati di una politica a volte contestata anche da alcune parti della sinistra stessa”.

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