Nucleare Iran, restano distanze da colmare

Nucleare Iran, restano distanze da colmare
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Di Alfredo Ranavolo
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C'è tempo fino al 31 marzo. Teheran insiste per il ritiro immediato delle sanzioni. Israele: "è una follia".

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Meno due alla scadenza che le parti si sono date per raggiungere un’intesa sul nucleare iraniano (31 marzo). Il segretario di Stato americano John Kerry e il ministro degli Esteri di Teheran, Mohammad Javad Zarif, si sono incontrati di nuovo domenica a Losanna.

L’Iran sarebbe disposto a scendere a 6.000 centrifughe per l’arricchimento dell’uranio, dalle circa 10.000 oggi in funzione, e a stoccare il minerale trattato in Russia. In cambio chiede il ritiro immediato delle sanzioni, da parte di Nazioni Unite, Stati Uniti ed Unione Europea, che stanno mettendo in difficoltà la sua economia.

“Le possibilità di ottenere il risultato desiderato – ha affermato Alan Eyre, portavoce in lingua persiana del dipartimento di Stato americano – non sono ancora chiare. Stiamo provando a raggiungere un accordo, ma non siamo certi di riuscirci. Stiamo facendo ogni sforzo possibile”.

Entro il 31 marzo dev’essere siglata l’intesa di massima. Ci sarà tempo fino al 30 giugno, poi, per declinarla in tutti i suoi dettagli tecnici.

Israele punta sempre a mettersi di traverso. La stampa locale definisce l’accordo che si profila “pura follia”.

Il premier Benjamin Netanyahu lo ha definito “pericoloso” sostenendo che “consentirà all’Iran di conquistare il Medio Oriente”.

Per il primo ministro, fresco di una nuova quanto inattesa alla vigilia vittoria elettorale, la dimostrazione sarebbe nella situazione che si sta vivendo in questi giorni in Yemen dove ‘‘gli emissari dell’Iran cercano di conquistare parti estese del Paese in un tentativo di assumere il controllo degli Stretti di Bab el Mandab. Cosa che cambierebbe gli equilibri nella
navigazioni e nelle forniture di petrolio’‘

Secondo i media israeliani, esercito e servizi segreti si preparano già ad affrontare quella che viene considerata una “terribile minaccia per l’umanità intera”.

Moderato ottimismo europeo ma, “con molto lavoro ancora da fare” secondo il capo della diplomazia francese, Laurent Fabius. Tanto, assieme al collega tedesco Steinmeier, da annullare un viaggio in Kazakhstan per concentrarsi solo sui colloqui di Losanna.

“Nelle ore che restano – afferma l’inviata di euronews Reihaneh Mazaheri – prima del termine dei colloqui tra il ministro degli Esteri iraniano e i Paesi del 5+1 (Stati Uniti, Russia, Francia, Cina, Gran Bretagna, ovvero coloro che hanno diritto di veto all’Onu, più la Germania ndr), i negoziati si intensificano. I dettagli continuano a rimanere segreti. La domanda di fondo resta: un accordo è possibile?”

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