Germanwings: "apri quella maledetta porta", le ultime parole del comandante

Germanwings: "apri quella maledetta porta", le ultime parole del comandante
Di Alfredo Ranavolo
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Tentava di sfondarla, forse con un'ascia. I passeggeri coscienti di andare incontro alla morte. Le indagini: farmaci per malattia psicosomatica in casa di Lubitz.

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“Apri questa maledetta porta” sono le ultime parole, riportate dal tabloid tedesco Bild, gridate dal comandante Patrick Sonderheiner un paio di minuti prima dell’impatto dell’Airbus della Germanwings con le montagne.

Prima, nell’audio registrato dalla scatola nera, si sentono i tentativi di sfondarla con un oggetto pesante, probabilmente un’ascia. Poi solo il respiro di Andreas Lubitz.

A casa di colui che è ritenuto autore della strage sarebbero stati trovati numerosi farmaci per la cura di una malattia psicosomatica. Secondo l’edizione domenicale del Welt, si sarebbe sottoposto alle cure di diversi neurologi e psichiatri.

Circostanze che gettano un’ombra sulla Lufthansa, compagnia che controlla la Germanwings. Che si difende, pur non entrando nel dettaglio sulla vicenda Lubitz, ma limitandosi a parlare in generale delle procedure adottate per la scelta dei piloti.

Il portavoce Helmut Polksdorf ha affermato che “ogni pilota prima di essere assunto affronta un test severo, atto a certificarne le condizioni fisiche e psicologiche. I piloti in organico si sottopongono a controlli annuali, cosiddetti ‘medical’, che ne testano nuovamente condizioni fisiche e psichiche”.

Nel caso in cui un pilota fosse dichiarato inidoneo al volo, non è garantito il reimpiego nel personale di terra. Se il pilota ha meno di 35 anni e meno di 10 di lavoro per la compagnia tedesca, l’inidoneità al volo certificata dal medico può comportare il pagamento di una somma una tantum, prima del licenziamento.

Quello che sarebbe potuto accadere a Lubitz al prossimo controllo, se non fosse riuscito a celare ancora il progredire dei suoi disturbi.

La gendarmeria francese prende in seria considerazione i disturbi della personalità del copilota, ma aggiunge che, allo stato attuale dell’inchiesta, “non si può escludere un problema tecnico”.

Proseguono le ricerche dei corpi delle vittime. Non ne è stato trovato uno intero. Le registrazioni chiariscono che i passeggeri sapevano di stare andando verso un’atroce morte diversi minuti prima dello schianto. Almeno da quando all’interno del velivolo era suonato il primo allarme per la brusca discesa. Tra quel momento e l’impatto sono passati 8 minuti.

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