Dopo lo shock della giornata più buia dalla fine della rivoluzione, i tunisini scendono in strada per dire no alla strategia della paura. Una
Dopo lo shock della giornata più buia dalla fine della rivoluzione, i tunisini scendono in strada per dire no alla strategia della paura.
Una cerimonia spontanea di commemorazione delle vittime ha raccolto alcune centinaia di persone ieri sera davanti al Teatro Comunale di Tunisi. “Terroristi codardi, il popolo tunisino non si piegherà” era scritto in alcuni dei cartelli esposti dai manifestanti.
“Siamo qui per solidarietà con le vittime sia straniere che tunisine” dice una giovane che si esprime in francese.
“Il nostro Paese non può sopportare attacchi del genere, le istituzioni rischiano di collassare” avverte un altro partecipante alla veglia.
L’attacco al Museo del Bardo non è stato ancora rivendicato, benchè lo scenario più temuto dalle autorità è che ad entrare in azione siano stati elementi legati all’autoproclamato Stato Islamico. Ma per un Paese povero che vive principalmente di turismo il danno d’immagine è tale che la firma dell’attentato non farà differenza.