Israele al voto: Netanyahu più debole, ma resta uomo da battere

Israele al voto: Netanyahu più debole, ma resta uomo da battere
Di Salvatore Falco
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Bibi resta sempre al centro della scena. Volute dal primo ministro Benyamin Netanyahu, le elezioni anticipate in Israele sono diventate un referendum

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Bibi resta sempre al centro della scena. Volute dal primo ministro Benyamin Netanyahu, le elezioni anticipate in Israele sono diventate un referendum su di lui. Alla vigilia del voto, è testa a testa tra il partito conservatore del premier, il Likud, e il blocco dell’opposizione di centro-sinistra, Unione sionista, dato in vantaggio.

La novità delle elezioni 2015 è l’alleanza tra i laburisti di Isaac Herzog e il partito centrista di Tzipi Livni. La loro campagna elettorale ha toccato i temi del costo della vita e dei prezzi degli alloggi, cercando di attirare gli elettori stanchi di un dibattito politico caratterizzato solo dall’emergenza sicurezza.

Perché la politica liberale del premier uscente ha migliorato gli indicatori macroeconomici, ma non è riuscita, nel quotidiano, a frenare l’impennata dei prezzi degli immobili. Tra il 2008 e il 2013 gli aumenti hanno toccato quota 55%.

“La persone in Israele sono preoccupate per la loro sicurezza – spiega la docente dell’Università di Legge di Tel Aviv, Neta Ziv – ma sono anche preoccupate del fatto che non possono acquistare una casa e non possono aiutare i loro figli come accadeva appena una generazione fa”.

Dietro i due favoriti, Yair Lapid si pone come il paladino della classe media. L’ex presentatore televisivo ed ex ministro delle Finanze di Netanyahu pone al centro della sua agenda i temi economici e vuole la fine dei privilegi per gli ultraortodossi, a cominciare dall’esenzione del servizio di leva.

Un’altra forza centrista che potrebbe fare da ago della bilancia è Kulano dell’ex Likud, Moshe Kahlon. Divenuto popolare da ministro delle Comunicazioni per la battaglia contro il monopolio nella telefonia mobile, potrebbe aggiudicarsi oltre 10 seggi. L’altra vera sorpresa potrebbe essere rappresentanta dal blocco arabo-israelinao. Dalle previsioni di voto, potrebbe diventare la terza forza in Parlamento.

Gli ultimi sondaggi assegnano all’Unione Sionista 26 dei 120 seggi
della Knesset, mentre il Likud si ferma a 22. Ma se per Herzog sarà più difficile trovare i numeri necessari, Netanyahu potrebbe tentare l’alleanza di governo con Focolare Ebraico, il partito vicino ai coloni.

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