220.000 morti su un totale di 23 milioni di abitanti. Basterebbe questa cifra agghiacciante a riassumere la guerra siriana iniziata quattro anni fa
220.000 morti su un totale di 23 milioni di abitanti. Basterebbe questa cifra agghiacciante a riassumere la guerra siriana iniziata quattro anni fa. Un conflitto che con il passare del tempo sembra soltanto complicarsi.
Ma resta la speranza che l’orrore possa presto finire per tornare a una seppur difficile normalità. A guardare al futuro sono soprattutto i più piccoli, come Mohammed, un bambino di Aleppo: “Spero di fare del mio meglio nel secondo anno di scuola e spero che mio padre, che è in paradiso, sia fiero di me così come dei miei fratelli che vanno in terza e in quarta”.
Quasi otto milioni gli sfollati all’interno del territorio siriano, come questa donna che ha trovato rifugio alla periferia della capitale Damasco. Sobborghi in cui spesso i civili restano intrappolati. Senza tregue umanitarie, il rischio per loro è di morire di fame: “Spero di tornare a casa e che la gente finalmente capisca e smetta di fare quel che sta facendo. Ho perso la speranza ma ringrazio lo stesso Dio per quel che ho. Ho vissuto in condizioni molto difficili coi miei figli ma ringrazio lo stesso Dio”.
Circa quattro milioni i rifugiati. Persone in fuga dalla guerra alle quali non rimangono altro che i campi profughi allestiti nei Paesi confinanti (Turchia, Libano, Giordania, Kurdistan, Iraq ed Egitto). Se la situazione rimarrà la stessa, si calcola che per il 2015 occorreranno quasi 8 miliardi di euro per gli aiuti umanitari.