Siria, quattro milioni di profughi dopo quattro anni di guerra

Siria, quattro milioni di profughi dopo quattro anni di guerra
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Di Alfredo Ranavolo
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E nel Paese mancano i dottori. Medici senza frontiere: ad Aleppo erano 2.500, oggi un centinaio.

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Quattro anni di guerra, quasi quattro milioni di rifugiati (3,9 per la precisione). Altre 7,6 milioni persone non hanno lasciato la Siria, ma le loro case sì, secondo i dati delle Nazioni Unite. Coloro che hanno attraversato le frontiere sono, per lo più, in Turchia, Libano e Giordania.

Aggiungendo quanto sta avvenendo in Iraq e Libia, siamo di fronte a una tragedia umanitaria enorme e della quale non si vede la fine.

Andrew Harper, rappresentante in Giordania dell’Alto commissariato per i rifugiati (Unhcr) ha detto che “a quattro anni dall’inizio della crisi possiamo dire che centinaia di migliaia di rifugiati siriani probabilmente non sono, oggi, più vicini al rientro a casa di quanto lo fossero quando hanno attraversato il confine”.

In Giordania sorge il campo profughi di Zaatari, circa 80 chilometri a nord est della capitale Amman. Anche se, ormai, definirlo così è riduttivo. In questi anni sono state costruite abitazioni, infrastrutture, ci sono scuole.

Alcuni profughi hanno avviato proprie attività commerciali, anche se l’organizzazione del campo già prevedeva dei “supermercati”.

"Nobody else was delivering pizza, so I saw an opportunity" entrepreneurship in ZaatariCamp</a> <a href="http://t.co/Isj0pZiWzn">http://t.co/Isj0pZiWzn</a> <a href="http://t.co/sw2gvz4HtH">pic.twitter.com/sw2gvz4HtH</a></p>&mdash; UN Refugee Agency (Refugees) 3 Marzo 2015

Nessuno, comunque, considera questa la propria nuova casa.

Mohammad Al Omari afferma “noi, come rifugiati, siamo delusi dal fatto che in quattro anni la comunità internazionale non è stata capace di trovare una soluzione per la situazione e la guerra in Siria. La comunità internazionale è incapace di trovare una soluzione per i rifugiati e questo ci rende pessimisti e frustrati e abbiamo paura di ritrovarci nella situazione dei rifugiati palestinesi”.

Ben 2 milioni sono, infatti, quelli che a tutt’oggi vivono in territorio giordano, dopo le fughe di massa dai conflitti arabo-israeliani tra il 1948 e il 1967.

Basta vedere come si presentava Zaatari nel 2012 rispetto a come è oggi, per ipotizzare che la storia potrebbe ripetersi.

Il campo sembra enorme, ma ospita poco più di 80mila profughi. Si calcola che in tutta la Giordania ce ne siano 1,3 milioni circa.

83,796 Refugees</a> live in <a href="https://twitter.com/hashtag/Zaatari?src=hash">#Zaatari</a> now; 49.9%F 50.1%M. 57% youth 19.9% under 5. One household in 5 is headed by women <a href="http://t.co/ikmuInYGgS">pic.twitter.com/ikmuInYGgS</a></p>&mdash; Za&#39;atari Camp (ZaatariCamp) 26 Febbraio 2015

Nel Paese mancano i mediciAll’interno del confine siriano, si fa ancora più difficile per le associaizoni umanitarie alleviare le sofferenze dei civili coinvolti nel conflitto.

Prima di esso, ad Aleppo, la seconda città più grande del Paese, lavoravano 2.500 medici. Medici senza frontiere stima che oggi ne rimangono un centinaio.

Msf stessa è stata costretta a ridimensionare la propria attività all’interno della Siria quando cinque membri dello staff sono stati rapiti dal sedicente Stato islamico, nel gennaio 2014.

L’aspettativa di vita in Siria è precipitata dal 75,9 anni nel 2010 a una stima di 55,7 alla fine del 2014, secondo unostudio dell’Onu.

Ma non è solo il territorio sotto il controllo il controllo jihadista a essere spesso interdetto. Anche l’accesso alle aree sotto controllo governativo è diventato sempre più difficile per le organizzazioni umanitarie, che lo ricordavano anche in un rapporto pubblicato il 12 marzo.

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