Siria nelle tenebre dopo 4 anni di guerra, aspettativa di vita crolla di 20 anni

Siria nelle tenebre dopo 4 anni di guerra, aspettativa di vita crolla di 20 anni
Di Salvatore Falco
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Un paese immerso nel buio. Il conflitto che entra nel suo quinto anno ha spento l’83% di tutte le luci in Siria. L’analisi delle immagini

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Un paese immerso nel buio. Il conflitto che entra nel suo quinto anno ha spento l’83% di tutte le luci in Siria. L’analisi delle immagini satellitari, scattate tra il marzo 2011 e il febbraio 2015, effettuata dall’Università cinese di Wuhan, mostra come la guerra abbia gettato nelle tenebre Aleppo, Raaqa, Homs e Hama.

Immagini che rappresentano la fonte più obiettiva sul grado di devastazione della Siria, insieme al crollo dell’aspettativa media di vita, passata da 75 anni nel 2010 a 55 alla fine del 2014.

Human Rights Watch ha identificato quasi 1.500 siti in cui il governo siriano ha effettuato attacchi aerei indiscriminati nel corso dell’ultimo anno, utilizzando anche i cosiddetti ‘barili-bomba’.

In un video postato in rete, un elicottero, presumibilmente in forza al regime, sgancia un barile esplosivo nel distretto di al-Sakhour di Aleppo.

Sono migliaia i civili che hanno perso la vita lo scorso anno in Siria a causa di queste armi non convenzionali vietate da una risoluzione Onu del 22 febbraio del 2014, e i bambini non sono risparmiati da questi attacchi indiscriminati.

Il 2014 è stato l’anno più sanguinoso, con più di 76.000 morti su un totale di 210.000 vittime dall’inizio del conflitto nel marzo del 2011. Gli sfollati sono oltre 7 milioni e mezzo.

Queste immagini girate nell’aprile del 2014 ad Aleppo sono molto rare. Gli aiuti umanitari non riescono a raggiungere regolarmente la popolazione. Le organizzazioni non governative sostengono che circa 8 milioni di siriani vivono in aree definite di difficile accesso per le consegne di aiuti.

In Siria si muore sotto i bombardamenti, di fame, ma anche di torture, come mostrano le foto sugli orrori nelle prigioni del regime esposte al Palazzo di Vetro dell’Onu. Corpi scheletrici, bruciati dall’acido, teste deturpate a cui sono stati strappati gli occhi. La mostra raccoglie parte delle 55mila immagini scattate da un fotografo disertore dell’esercito.

“Il mese scorso, secondo una organizzazione per i diritti umani, il regime ha torturato a morte 84 prigionieri – afferma Najib Ghadbian, rappresentante alle Nazioni Unite della coalizione che raggruppa le opposizioni siriane – Una responsabilità che non può essere ignorata nella ricerca una soluzione politica del conflitto. È stata la mancanza di responsabilità a incoraggiare questi crimini e quelli commessi dai gruppi estremisti come l’isil”.

La settimana scorsa, ancora una volta, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che condanna l’uso delle armi chimiche nel conflitto. Nel 2014 ha approvato tre risoluzioni, senza essere in grado di farle rispettare. Per le organizzazioni umanitarie, l’Onu ha fallito nella protezione dei civili in Siria.

Laurence Alexandrowicz, euronews: “Diamo il benvenuto a Laurent Chapuis, consulente dell’Unicef per la protezione dei minori. La crisi umanitaria provocata dalla guerra siriana ha travolto soprattutto i bambini. Lei è in Giordania, è possibile portare aiuto in Siria?”

Laurent Chapuis, consulente dell’Unicef per la protezione dei minori: “È estremamente difficile, ma rispondiamo al bisogno di 14 milioni di bambini in Siria e nei Paesi vicini. Nel 2014 l’Unicef e i suoi partner sono riusciti a vaccinare 3 milioni di bambini contro la polio in Siria, soprattutto nelle zone controllate dal governo, ma anche in quelle in mano all’opposizione. Abbiamo anche vaccinato oltre 800.000 bambini contro il morbillo e sosteniamo l’accesso all’istruzione per quasi tre milioni di bambini siriani”.

euronews: “Come si è evoluta la situazione in questi quattro anni? dalle bombe di Bashar al Assad, negli ultimi mesi si è passati alla crudeltà dello Stato Islamico”.

Laurent Chapuis: “Le condizioni di vita dei bambini non fanno che peggiorare in Siria, dove sono sottoposti a gravi violenze, come l’arruolamento nelle forze armate e nei gruppi di combattenti. Ma ci sono anche bambini detenuti che subiscono ogni genere di violenza. Le loro scuole sono distrutte, gli ambulatori dove vengono ospitati sono presi d’assalto e queste violenze, da 4 anni, non fanno che aumentare”.

euronews: “Ci sono poche informazioni su quanto sta accadendo in Siria. Esistono zone in cui i civili vengono risparmiati e i bambini conducono una vita quasi normale?”

Laurent Chapuis: “In Siria ci sono città dove le scuole sono aperte e gli ambulatori operativi. Detto questo, anche se possiamo pensare che la situazione sia normale in queste aree, bisogna essere consapevoli che, anche a Damasco, ci sono persone sotto assedio. Di recente abbiamo affrontato la questione del grande campo di profughi palestinesi a Damasco, il campo di Yarmouk. È conteso fra le forze governative e i ribelli e vi sopravvivono 20 000 palestinesi. L’assistenza umanitaria, medica o alimentare, è fornita con il contagocce”.

euronews: “Ci sono bambini che fuggono da soli dalla guerra?”

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Laurent Chapuis: “In effetti, ci sono due milioni di bambini siriani che vivono nei paesi limitrofi, 2 milioni di bambini rifugiati, tra i quali più di 8.000 hanno superato la frontiera senza i loro genitori, non accompagnati. Sono stati accolti dal programma messo in opera dall’Unicef e dai suoi partner. Detto questo, si tratta di programmi molto difficili da realizzare e che richiedono molte risorse. Per continuare le nostra attività nel 2015, l’Unicef avrà bisogno di circa 900 milioni di dollari per rispondere ai bisogni dei bambini siriani in Siria e nei paesi vicini. Ma anche i bambini originari delle comunità di accoglienza, cioé, quelli libanesi, turchi, iracheni e giordani. Purtroppo, l’Unicef è riuscita a raccogliere solo 100 milioni di dollari e siamo già nel mese di marzo”.

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