Al fronte il cessate il fuoco non convince.

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Di Stefano Cutillo
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Il nostro corrispondente al fronte ad Artemivsk, Sergio Cantone, testimonia dello scetticismo dei militari per il cessate il fuoco ed il ritiro delle armi pesanti.

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Nelle zone contese dell’Ucraina orientale si seppelliscono i morti e la tregua teoricamente in vigore non convince i combattenti.

Ad Artemivsk il nostro corrispondente Sergio Cantone ha assistito alle esequie di quattro soldati ucraini, rimasti uccisi durante la battaglia di Debaltseve, caduta la settimana scorsa in mano ai separatisti filorussi.

“Gli scontri si sono inaspriti subito dopo l’annuncio della tregua” spiega un soldato ucraino.

“Veniamo bombardati tutti i giorni” conferma un comandante.
“Non dovremmo ritirare le armi pesanti” dice.

Secondo gli accordi di Minsk II, militari e separatisti avrebbero dovuto ritirare le armi pesanti dal fronte già martedì scorso.
I miliziani filorussi annunciano di voler iniziare a farlo oggi, ma sul campo la prospettiva di una soluzione negoziale pare poco convincente.

Nessuno crede nella tenuta del cessate il fuoco né nella capacità della diplomazia di risolvere il conflitto. La gente sul posto ed i militari si aspettano il peggio, nelle prossime ore e nei prossimi giorni. In particolare si temono attacchi su Artemivsk e Mariupol.

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