Delle tre ragazze britanniche scomparse martedì scorso da Londra per unirsi ai jihadisti dell’Isil, ufficialmente non si sa ancora nulla. Ma i
Delle tre ragazze britanniche scomparse martedì scorso da Londra per unirsi ai jihadisti dell’Isil, ufficialmente non si sa ancora nulla. Ma i servizi segreti turchi sono convinti che si trovino già in Siria. Arrivate a Istanbul su un volo della Turkish Airlines, sarebbero state prese in consegna da un reclutatore che le avrebbe aiutate a varcare la frontiera.
“Nessuno si era accorto delle loro intenzioni”, spiega Atlanta Broadbent, una loro compagna di scuola. Descrive le tre adolescenti come molto religiose, ma anche riservate. “Riuscivano sempre a dirottare la conversazione perché erano intelligenti – aggiunge – ma non avremmo mai sospettato una cosa del genere”.
A quanto pare, nemmeno Scotland Yard aveva avuto sospetti, sebbene un’altra studentessa della Bethnal Green Academy fosse partita per la Siria a dicembre.
L’ex ministro degli Esteri, William Hague, ammette che tutti sono responsabili: famiglie, referenti religiosi, servizi di sicurezza. “Sono certo che dovremo trarre insegnamento da questi episodi – dice – ma non avrei fretta di addossare la colpa a qualcuno in particolare”.
Molti si chiedono come abbiano fatto tre ragazze di 15 e 16 anni a viaggiare indisturbate fuori dall’Unione europea, senza essere controllate. Una domanda che rischia di cadere nel vuoto, così come gli appelli lanciati dalle famiglie di Amira, Kadiza e Shamima.