Ucraina: truppe lealiste, stremate, abbandonano Debaltseve. Per Kiev è un ripiegamento previsto

Ucraina: truppe lealiste, stremate, abbandonano Debaltseve. Per Kiev è un ripiegamento previsto
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Di Alberto De Filippis
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Kiev cerca di limitare i danni d’immagine, ma a Debaltseve le forze lealiste sono state sconfitte. I 6000 uomini della locale guarnigione erano circondati da settimane e da giorni non venivano più approvvigionati.

I separatisti hanno preso il controllo della città, importante snodo ferroviario in Ucraina orientale lasciando aperto un corridoio umanitario per l’evacuazione. In internet circolano immagini di importanti esponenti dello stato maggiore russi presenti sul posto, ma Mosca nega ogni coinvolgimento militare.

I soldati sulla strada verso ovest raccontano l’inferno che hanno passato e distruggono le menzogne di una diplomazia che non regge il peso delle proprie affermazioni: “I bombardamenti non si fermavano mai. Pregavamo di non morire di continuo e abbiamo creduto che fosse la fine centinaia di volte. I separatisti avevano davvero una buona artiglieria”.

Un altro aggiunge: “Non so. I nostri comandanti non ci hanno detto se si trattava di una ritirata o solo di rotazione. Ci hanno solo ordinato di abbandonare le posizioni perché le nostre unità vi stazionavano da troppo tempo e avevamo subito troppe perdite”.

È probabile che Kiev non volesse ripetere quanto occorso l’agosto passato a Ilovaisk, vicino Donetsk, quando una guarnigione lealista, circondata, aveva ricevuto l’ordine di resistere. Era stato un massacro.

Sia il premier ucraino Yatseniuk che il presidente Poroshenko affermano che si trattava di un’operazione prevista,ma appena martedì a Budapest il presidente russo Putin aveva affermato parlando dei separatisti del Donbass: “Perdere è sempre brutto, è sempre un guaio se perdi, soprattutto se perdi con quelli che fino ieri erano minatori o conducenti di trattore”.

Un ragionamento abbastanza chiaro: per Mosca e per i separatisti si è sempre pensato in termini di vittoria o di sconfitta. Meno di diplomazia.

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