Allarme OSCE in vista del cessate il fuoco: "Basta violenze in Ucraina"

Allarme OSCE in vista del cessate il fuoco: "Basta violenze in Ucraina"
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Di Diego Giuliani
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Le nuove violenze nell’est dell’Ucraina che salultano la firma del cessate il fuoco profilano un cammino già tutto in salita per gli osservatori che

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Le nuove violenze nell’est dell’Ucraina che salultano la firma del cessate il fuoco profilano un cammino già tutto in salita per gli osservatori che saranno chiamati a monitorarlo.

Densi nuvoloni che l’OSCE spera tuttavia di veder dissipati entro il cruciale termine della mezzanotte di sabato.

“Lavoriamo senza sosta per assicurarci l’applicazione dell’accordo firmato a Minsk” il messaggio che il Segretario Generale dell’OSCE Lamberto Zannier affida a Twitter.

OSCE SG: We working around clock now to adjust function to meet new Minsk agreement. This is key moment; we want to invest as much as we can

— СММ ОБСЄ в Україні (@OSCE_SMM) 13 Febbraio 2015

“Sono molto preoccupato dal fatto che ancora stamattina si sia assistito al proseguire delle ostilità – ha detto il Segretario generale dell’OSCE Lamberto Zannier -. Ci aspettiamo davvero che abbiano fine entro il termine stabilito a Minsk per il cessate il fuoco”.

Le date chiave del conflitto in Ucraina

Fra i principali elementi di attrito emersi in seno al gruppo di contatto la situazione di Debaltseve, città rivendicata dai separatisti, da giorni al centro di accese violenze.

“Il punto non è assegnare Debaltseve a un contendente o a un altro – dice ancora Zannier -. Ci si deve anzitutto assicurare che i combattimenti abbiano davvero fine. Poi dovremo lavorare al ritiro dell’artiglieria pesante e al rilascio dei prigionieri: passi concreti per una diminuzione delle violenze”.

L’accordo firmato a Minsk prevede due settimane, a partire da martedì, per il ritiro delle armi pesanti, e poi cinque giorni perché le parti procedano al rilascio dei prigionieri.

Poche ore dopo l’accordo, il presidente ucraino Petro Poroshenko aveva già espresso perplessità, parlando di un problema di fiducia nei confronti di Mosca.

Caute anche le reazioni di Francia e Germania, che hanno mediato l’accordo. Nei commenti arrivati dopo la firma, alla soddisfazione per l’accordo raggiunto si affianca la consapevolezza che si tratta soltanto di un primo passo, peraltro non ancora messo alla prova dei fatti.

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