Forza di reazione rapida Nato, l'Alleanza atlantica avverte la Russia

Forza di reazione rapida Nato, l'Alleanza atlantica avverte la Russia
Di Salvatore Falco
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L’ansia del ritorno alla Guerra Fredda, la paura di vedere la Russia invadere le Repubbliche baltiche. In una foresta in Lituania, si esercitano dei

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L’ansia del ritorno alla Guerra Fredda, la paura di vedere la Russia invadere le Repubbliche baltiche. In una foresta in Lituania, si esercitano dei volontari paramilitari dell’Unione dei Fucilieri. Il numero dei commilitoni è notevolmente aumentato di recente.

“L’aggressione russa contro l’Ucraina ha prodotto un incremento dei membri dell’Unione dei Fucilieri – spiega il comandane Liudas Gumbinas – L’anno scorso abbiamo accolto circa un migliaio di nuove leve nella nostra organizzazione e oggi contiamo più di 8000 soldati”.

L’annessione della Crimea da parte della Russia nella primavera del 2014 ha messo paura all’Europa. L’Alleanza atlantica si è resa improvvisamente conto che era scoppiata una guerra alle porte dei suoi confini oritentali.

Il Cremlino si dice pronto a negoziati costruttivi. Ma l’Occidente non crede più alle parole russe e ha capito che da anni Putin lavora al ritorno nell’ex spazio sovietico.

Il segretario generale della Nato, questo giovedì è tornato ad accusare Mosca di violazione del diritto internazionale.

“In Ucraina la violenza sta incrementando e la crisi si sta aggravando – ha detto Jens Stoltenberg – La Russia continua a ignorare le norme internazionali e sostiene i separatisti con armi, addestramenti e uomini”.

I ministri della Difesa dei Paesi dell’Alleanza Atlantica hanno eleborato un piano per rafforzare il fianco orientale.

La Forza di reazione rapida è passata da 13mila a 30mila uomini. 5mila fra questi formano un’unità di pronto intervento operativa in 48 ore con supporto aereo, navale e delle forze speciali.

La nuova brigata ‘Spearhead’ rappresenta la più importante operazione di difesa collettiva degli alleati dalla fine della guerra fredda, ed è già schierabile grazie al contributo volontario di Germania, Paesi Bassi e Norvegia.

Il piano introduce sei unità di comando gestite da personale militare e provviste delle attrezzature necessarie all’intervento. I centri sono immediatamente operativi in Polonia, Romania, Bulgaria, Estonia, Lettonia e Lituania.

I sei centri di comando saranno utilizzati in caso di crisi per facilitare il dispiegamento, entro una settimana, della forza di reazione rapida. Ma la Nato non pensa solo alla Russia. Il piano è operativo anche per il Nordafrica e il Medio Oriente, per rispondere alla minaccia lanciata dal fondamentalismo.

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