Giordania giustizia due terroristi iracheni dopo uccisione pilota

Giordania giustizia due terroristi iracheni dopo uccisione pilota
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Di Andrea Neri
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Come promesso, e com’era inevitabile, la reazione della Giordania è stata immediata: due prigionieri sono stati giustiziati in risposta all’uccisione

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Come promesso, e com’era inevitabile, la reazione della Giordania è stata immediata: due prigionieri sono stati giustiziati in risposta all’uccisione del pilota caduto nelle mani dei militanti dello Stato Islamico.

Una è Sajida Al-Rishawi, la terrorista irachena la cui liberazione era stata proposta da Amman in cambio del rilascio del pilota; l’altro è Ziad Karbouli, pure iracheno, un responsabile di Al-Qaeda.

Re Abd Allah II di Giordania ha interrotto la sua visita negli Stati Uniti, dove ha incontrato il Presidente Barack Obama, appena avuta la notizia della diffusione del video dell’esecuzione del pilota Muaz Kassasbe.

“È dovere di tutti noi, figli e figlie della Nazione” ha detto Re Abd Allah II “unirci e mostrare la vera forza del popolo giordano per affrontare assieme questa crisi”.

Quanto accaduto è l’atto di codardia da parte di un gruppo che non ha alcuna relazione con l’Islam ha aggiunto Re Abd Allah. Muaz Kassasbe, 26 anni, era caduto nelle mani dell’autoproclamato Stato Islamico lo scorso 24 dicembre.

In un video di 22 minuti estremamente elaborato lo si vede rinchiuso in una gabbia, vestito di arancione come gli altri condannati dall’Isis (e come i reclusi di Guantanamo) e viene arso vivo.

La modalità dell’esecuzione era stata scelta, con un macabro sondaggio su internet, dai sostenitori del Califfato i quali per settimane hanno suggerito le pene più atroci. Il video si conclude con fotografie ed informazioni personali di 11 piloti giordani su ciascuno dei quali è posta una taglia equivalente a 25.000 dollari.

Sajida al-Rishawi, la terrorista irachena giustiziata, era già stata condannata alla pena capitale come responsabile di una serie di attentati che, nel 2005, avevano fatto oltre 50 morti nella capitale Amman. Assieme a lei è stato giustiziato l’iracheno Ziad Karbouli, un responsabile di Al-Qaeda. Altri due prigionieri attendono l’impiccagione nel quadro della rappresaglia contro il cosiddetto Califfato.

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