Mattarella, lo studioso arrivato alla politica dopo aver visto morire il fratello

Mattarella, lo studioso arrivato alla politica dopo aver visto morire il fratello
Di Alfredo Ranavolo
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Intervista con Paolo Mazzanti sul nuovo capo dello Stato.

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Una figura in grado di unire, uscita senza macchie, a differenza di tanti suoi colleghi, dal vortice che si era abbattuto con Mani Pulite sulla prima repubblica.

euronews ha parlato del nuovo presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il direttore responsabile di Ask@News, Paolo Mazzanti.

Alfredo Ranavolo, euronews: “Che figura è quella del nuovo presidente?”

Paolo Mazzanti: “È un cattolico democratico, professore di diritto. È stato militante della sinistra democristiana. Ha svolto ruoli importanti sia nella prima che nella seconda repubblica. È stato vicepresidente del consiglio, ministro della difesa. Da ultimo, per due anni giudice della corte costituzionale”.

euronews: “Sergio Mattarella fu, in realtà, scelto dalla politica. In un momento particolare”.

Paolo Mazzanti: “È arrivato alla politica ormai adulto, diciamo, dopo l’uccisione da parte della mafia del fratello Piersanti, che allora era presidente della Regione Sicilia. Tutti ci auguriamo che questa figura sia in grado di dare un ulteriore impulso alla lotta alla mafia e alla criminalità organizzata, che è uno dei principali problemi che affliggono il nostro Paese”.

euronews: “Non ha un profilo internazionale conosciutissimo, questo può essere penalizzante?”

Paolo Mazzanti:“Da ministro della Difesa ha avuto un ruolo internazionale importante, partecipando agli incontri Nato e quelli coi colleghi degli altri governi. Certo negli ultimi anni non ha svolto questa attività. Però, il profilo del nostro presidente della Repubblica, così come disegnato dalla Costituzione, non prevede ruoli attivi di governo. Certo è importante che il presidente della Repubblica possa essere anche un punto di riferimento, in caso di necessità, anche per i governi stranieri, come in fondo è stato Napolitano durante la grande crisi nel 2011 e 2012”.

euronews: “Il patto Renzi-Berlusconi si incrina?”

Paolo Mazzanti: Subisce un altolà, come ha detto lo stesso Berlusconi. Ma il patto del Nazareno, almeno esplicitamente, non prevedeva il presidente della Repubblica. Prevedeva, invece, quelli sulle riforme, a partire da quella elettorale, per proseguire con quella costituzionale. E finora, è stato mantenuto. Al Senato il soccorso di Forza Italia ai numeri più ridotti della maggiroanza è stato talvolta decisivo. A questo punto si potrebbe aprire una riflessione nell’intero centrodestra su se e come proseguire”.

euronews: “Premiata la strategia di Matteo Renzi: un solo nome, avanzato poco prima che si aprissero le votazioni. Eletto alla prima occasione utile e con numeri molto superiori, 665 sono stati i voti ottenuti da Mattarella, molto superiori a quelli che aveva sulla carta. Per il presidente del consiglio era un banco di prova importante”.

Paolo Mazzanti: “In questo caso Renzi ha svolto un ruolo di regista e ha colto un successo notevole. Non in quanto presidente del consiglio, ma in quanto segretario del Pd che è il maggior partito del nostro parlamento”.

euronews: “A proposito delle riforme, ci troviamo di fronte a un curioso corto circuito di eventi. Arriva al Quirinale uno dei giudici della Consulta che ha bocciato la legge elettorale con la quale si è votato le ultime due volte, il ‘Porcellum’. Una sentenza che ha lasciato in eredità un parlamento, se non delegittimato, quantomeno ‘ad autorevolezza ridotta’”.

Paolo Mazzanti: “Attenzione. È stata la Corte Costituzionale stessa ad affermare, nella sentenza, non solo che avrebbe avuto effetto con le nuove elezioni, ma che dovendosi assicurare la continuità delle istituzioni, tutti gli atti compiuti dal parlamento sono salvaguardati. Altrimenti dovremmo cancellare nove anni”.

euronews: “Tra poco, però, lui che firmò quella che da molti tuttora considerata la migliore legge elettorale avuta in Italia, si troverà davanti l’Italicum. Non è del tutto pacifico che i nodi sollevati dalla Consulta siano stati sciolti”.

Paolo Mazzanti: “Per quanto riguarda il premio di maggioranza, con la soglia al 40%, direi di sì. Qualche dubbio in più resta sulla questione delle preferenze. Ma la Corte Costituzionale non è che le chiedesse esplicitamente. Lamentava l’impossibilità da parte degli elettori di identificare i candidati. Gli estensori dell’Italicum sostengono che i collegi più piccoli, coi soli capilista bloccati, risolvano il problema. Certo, non c‘è nessuno più titolato di Mattarella, nel caso ravvisasse delle criticità, per un primo esame e l’eventuale rinvio alle Camere. È nei suoi poteri, ma il vero esame di costituzionalità potranno effettuarlo solo i suoi ormai ex colleghi”.

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