Aspiranti jihadisti crescono: raddoppiato il numero degli europei verso Siria e Iraq

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È più che raddoppiato il numero degli europei che vanno a combattere in Siria e in Iraq tra i ranghi del sedicente ‘‘Stato islamico’‘ o di altri

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È più che raddoppiato il numero degli europei che vanno a combattere in Siria e in Iraq tra i ranghi del sedicente ‘‘Stato islamico’‘ o di altri gruppi terroristici.

COMBATTENTI JIHADISTI EUROPEI

Questa tabella fornisce una stima del numero di cittadini che hanno lasciato l'Europa per combattere in Siria e in Iraq nel dicembre 2013 e nel dicembre 2014.Dic 2013****Dic 2014*Pro capiteEvoluzione in %Francia4121,20018.3+ 191.2UK3666009.3+ 63.9Germania2406007.4+ 150Belgio29644039.4+ 48.6 Paesi Bassi 15225014.9+ 64.4Danimarca8415026.7+ 78.6Spagna951002.14+ 5.3Svezia8718018.8+ 106.9Austria6015017.7+ 150Italia50801.3+ 60Norvegia406011.7+ 50Finlandia207012.9+ 250Irlanda26306.5+ 15.4Svizzera1404.9+ 3,900Totale1,9293,950*+ 104.8*- * I dati sono stati raccolti nella seconda metà del 2014 e pubblicati il 26 gennaio. All'interno di un range, è stata scelta la cifra più alta.

  • ** Pro capite si riferisce a combattenti stranieri per millione di abitanti.
  • Source: Centre international pour l'étude de la radicalisation et la violence politique (ICSR) de Londres

Nel caso della Francia, le cifre sono triplicate toccando quota 1200, secondo l’ultimo studio pubblicato dal 'Centro internazionale per lo studio della radicalizzazione (ICSR)' .
al Kings College di Londra, che monitora attentamente i jihadisti sui social media.

Dopo la Francia, si situano Regno Unito e Germania. La Germania, dove negli ultimi mesi ha preso piede il movimento anti-Islam Pegida (Patrioti europei contro l’islamizzazione dell’Occidente), ha visto i numeri degli aspiranti combattenti toccare quota 600 nel dicembre 2014: 150% in più rispetto all’anno precedente.

L’Italia si situa al decimo posto di questa lista, con un incremento in un anno del 60% dei combattenti partiti per la Siria e l’Iraq.

‘‘Sarebbero almeno 4mila gli europei partiti per combattere in Iraq, Siria, Libia e Mali, tra le fila di gruppi jihadisti come Isil, al-Nusra, Ansar al-Sharia o Ansar al-Dine’‘, secondo Pietro Batacchi, direttore di 'Rid', la 'Rivista Italiana Difesa' .

In un report pubblicato sul sito, si legge che 500-600 sarebbero rientrati in Europa, 53 dei quali solo in Italia, stando alle recenti stime del ministero degli Interni. ‘‘In realtà’‘, spiega l’analista, ‘‘in Italia ce ne sarebbe qualcuno in più: non meno di 70-80.’‘

Secondo il coordinatore europeo contro il terrorismo, Gilles de Kerchove gli europei che si sono uniti ai jihadisti dell’Isil in Siria e Iraq sono “più di 3mila”, una cifra che si riferisce al settembre scorso. Per il capo europeo dell’anti-terrorismo, la nascita del ‘‘Califfato’‘ ha amplificato le adesioni alla jihad in Europa.

A preoccupare i governi europei è l’ondata di ritorno, il momento in cui questi aspiranti jihadisti torneranno a casa, addestrati. Il timore è che la Siria e l’Iraq si trasformino per questi combattenti in una ‘‘palestra’‘ di radicalizzazione e preparazione per colpire l’Occidente. Questo dimostrano gli ultimi e più gravi fatti di cronaca.

Nel maggio scorso a Bruxelles la strage del museo ebraico è stato sferrato da un terrorista francese affiliato al movimento del Califfo. L’estremista ha sparato con un Kalashnikov uccidendo tre persone in quello che è considerato il primo attentato compiuto da un jihadista rientrato dalla Siria.

Parigi il 7 gennaio è stata sotto attacco dai fratelli Kouachi, franco-algerini addestrati ad usare armi dal gruppo di Al Qaeda nella penisola araba (Aqap). I due hanno colpito la redazione di Charlie Hebdo facendo dodici vittime, l’attentato più sanguinoso commesso in Francia dal 1961, ai tempi della guerra di Algeria.

Diverse operazioni antiterrorismo sono in corso sia in Francia che in Belgio. La polizia ha arrestato tre sospetti jihadisti nella città fiamminga di Kortrijk e sta cercando di accertare se si tratta di un’altra cellula legata a quella di Verviers, smantellata lo scorso 16 gennaio, in un’operazione in cui vennero uccisi due ceceni.

‘‘Fabbriche di jihadisti’‘ crescono in tutta Europa, con in testa la Francia. Qualche giorno fa a Lunel, 26.000 abitanti nel sud del Paese ad un ventina di chilometri da Montpellier, sono stati arrestati 5 sospetti jihadisti e sgominata una cellula di reclutamento per le reti in Siria e Iraq. Da qui, dopo il 2013, sono partiti almeno 20 giovani musulmani alla volta della Siria. La Francia tiene sotto osservazione circa 1.300 individui sospettati di avere vincoli con le reti jihadiste in Siria e in Iraq. Il reclutamento avviene soprattutto sulla Rete e mira soprattutto ai ragazzi incensurati. On line, in questa direzione, si muove anche il giornale dell’Isil, ‘‘Dabiq’‘. Il ‘‘proselitismo del terrore’‘, spiegano fonti dell’antiterrorismo, è difficile da controllare e arginare, come tutto quello che si muove in Rete.

Per lottare contro il terrorismo il governo francese usa la stessa arma: il web, creadno un nuovo sito internet: “Stop Jihadism”.

#Stopdjihadisme : Ils te disent…by gouvernementFR

L’obiettivo è di informare il grande pubblico sui mezzi per lottare contro il “reclutametno jihadista”.

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