Sesto discorso sullo Stato dell’Unione per il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama. A due anni dalla fine del suo secondo mandato, il capo della
Sesto discorso sullo Stato dell’Unione per il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama. A due anni dalla fine del suo secondo mandato, il capo della Casa Bianca ha evidenziato il successo della ripresa economica post-crisi e lanciato una frecciata ai repubblicani che, i dubbi non sono molti, impiegaranno il tempo rimasto per contrastare le politiche del Presidente.
“Abbiamo avuto la ripresa economica più rapida avvenuta in un decennio, il deficit ridotto di 2/3, il mercato azionario raddoppiato in volume e il più basso tasso d’inflazione per l’assistenza sanitaria negli utlimi 50 anni. Il giudizio è evidente. Queste politiche continueranno a funzionare a meno che i politici non si mettano di traverso”.
Sulla politica estera il fronte mediorientale e la lotta all’autoproclamato Stato Islamico – Isil nella denominazione adottata da Obama – sono stati senza sorpresa al centro di uno dei passaggi chiave del discorso.
“In Iraq e in Siria la guida statunitense, a partire dalle forze armate, sta fermando l’avanzata dell’Isil. Invece di lasciarci trascinare in un’altra guerra sul terreno in Medio Oriente, siamo a guida di una vasta coalizione che include anche Paesi arabi, per sgretolare e infine distruggere questo gruppo terroristico. È uno sforzo che avrà bisogno di tempo ed impegno. Ma ce la faremo”.
Obama è poi tornato sulla questione di Guantanamo ribadendo la ferma intenzione di chiudere definitivamente la prigione di Cuba.